Recensione del concerto del 29/11/2024

Davide Alogna con l’Insubria Chamber Orchestra diretta da G.R. Marini alle Serate Musicali

È tornata la Insubria Chamber Orchestra diretta da Giorgio Rodolfo Marini in Conservatorio per i concerti organizzati da Serate Musicali. Un programma variegato con brani di quattro compositori. Viotti, Mannino, Cavallone e Rota attendevano, in parte, il violino solista di Davide Alogna. Il noto strumentista siciliano, classe 1980, era infatti presente nei primi due brani quali il Concerto per violino e orchestra n.4 di Giovanni Battista Viotti e il Concerto per violino e orchestra n.2 di Franco Mannino. Due lavori nei classici tre movimenti, molto differenti anche se composti entrambi in scrittura tonale. Viotti (1755-1824), grande compositore e virtuoso del violino piemontese, ha composto questo melodicissimo concerto ispirandosi certamente a W.A.Mozart (1756-1791). Il Maestoso introduttivo, la Romanza centrale e l’efficacissimo Allegro finale- il più mozartiano- hanno trovato un’ottima resa interpretativa con il bel timbro violinistico di Alogna, ottimamente coadiuvato dell’Insubria Chamber Orchestra.

Certamente una sorpresa lo sconosciuto ma validissimo brano del palermitano Franco Mannino (1924-2005), pianista e compositore che andrebbe rivalutato. Un concerto il suo con due movimenti laterali, l’Andante mosso e appassionato iniziale e il Presto finale, ricchi di trovate armoniche particolarmente interessanti e certamente novecentesche nella felice scrittura; una parte centrale, Ode, di orecchiabile melodicità che può ricordare certi Rota o Puccini nel modo chiaro di melodiare tipicamente italiano. Eccellente la resa interpretativa di Alogna con il suo timbro dolce e nello stesso tempo incisivo, in perfetta sintonia con il direttore Marini e gli orchestrali. Interpretazione complessiva di ottima qualità. Alogna ha inoltre dedicato la Ode centrale a Puccini, nel centenario dalla dipartita.

Ottimo il bis solistico di Alogna con un movimento di Bach dalla Partita in re minore eseguito con espressività. Altrettanto validi gli altri due brani. Prima un lavoro di Paolo Cavallone (1975) in stile händeliano e bachiano denominato Deux études couplées:Händel-Bach. Sono un Largo, un Allegro, una Gavotta e una Giga che ricordano in toto i due grandi musicisti nella loro energica scrittura.

L’ultimo brano era di Nino Rota (1911-1979) con il suo Concerto per Archi. Un’ottima composizione, tipica di Rota ma anche con un sapore neoclassico alla Šostakovic, eseguita benissimo dalla compagine cameristica in tutti i quattro movimenti: Preludio, Scherzo, Aria Finale. Il Maestro Marini come fuoriprogramma ha voluto omaggiare Giacomo Puccini, per i cento anni dalla dipartita proprio ieri, con una splendida trascrizione per archi dell’Intermezzo da Manon Lescaut. Splendida interpretazione. Applausi dai fortunati presenti in Sala Verdi.

30 Novembre 2024 Cesare Guzzardella

Corrierebit

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