Il duo Hakhnazaryan-Tchaidze al Conservatorio milanese
Un programma romantico particolarmente interessante quello di ieri sera di Sala Verdi, organizzato nel Conservatorio milanese da “Serate Musicali”.
Un duo di ottima intesa formato dal violoncellista armeno Narek Hakhnazaryan e dal pianista russo Georgy Tchaidze.
Hanno impaginato un programma con brani di Schumann, di Schubert e di Mendelssohn. La Phantasienstücke op.73 (1849) , del primo tedesco, ha introdotto la serata rivelando da subito la cifra stilistica del duo. Un’intesa giocata su timbriche tenui, di immediata discorsività, dove la fluidità melodica del violoncellista si è ben inserita nell’evoluto tessuto armonico pianistico di Schumann.
Di più coinvolgente emotività, per la linearità dei temi, la Sonata in la minore per arpeggione e pianoforte D.821 (1825) di Franz Schubert, nella più frequentata trascrizione per violoncello. Particolarmente conosciuta, la deliziosa sonata del viennese ha trovato ancora la scioltezza del cellista e l’abilità articolatoria del pianista per una efficace fluida resa interpretativa.
Dopo il breve intervallo, la ingiustamente poco eseguita Sonata n.2 in re maggiore per violoncello e pianoforte op.58 di Felix Mendelsshon, ha concluso il programma ufficiale. Il lavoro composto nel 1843 dal musicista lipsiano è nel classico stile brillante, con frangenti di rapida esternazione, come avviene nel delizioso Molto allegro e vivace finale. Le repentine escursioni timbriche dei due strumentisti hanno ancora messo in risalto l’efficace intesa degli interpreti.
Lunghi applausi e due bis concessi: prima le Variazioni sulla quarta corda da un tema di Rossini tratto dal Mosè, di Niccolò Paganini, eseguite virtuosisticamente da Hakhnazaryan sulla corda più alta del violoncello e poi l’Andante centrale dalla Sonata per violoncello e pianoforte di Sergej Rachmaninov. Applausi accorati dal pubblico presente in Sala Verdi ed evidente soddisfazione per gli interpreti.
25 gennaio 2022 Cesare Guzzardella
Galleria di foto di Alberto Panzani