La pianista Zlata Chochieva alle Serate Musicali
Da alcuni anni la pianista russa Zlata Chochieva viene ai concerti organizzati da Serate Musicali. In genere impagina programmi variegati con la presenza di più autori. Anche ieri sera, nell’ottimo impaginato, ha voluto mettere in risalto tre compositori legati al mondo romantico, con il primo, Fryderyc Chopin, di riferimento agli altri brani di Rachmaninov e Reger, musicisti entrambi nati nel 1873.
La pianista ha voluto introdurre la serata con la Ballata n.1 in sol minore per pianoforte op.23, forse quella più celebre di Chopin. A questa è seguito lo Scherzo n.4 in mi maggiore per pianoforte op.54, quindi l’Andante Spianato e Grande Polacca Brillante op.22 e, dopo il breve intervallo, la Polacca Fantasia in la bemolle maggiore op.61. Sappiamo che Chopin è probabilmente il compositore più difficile da eseguire avendo noi riferimenti interpretativi di altissimo livello entrati nella storia.
Certamente la Chochieva è dotata di una formidabile tecnica che le ha permesso di affrontare i passaggi più complessi del grande polacco con grande facilità e con un’evidente sicurezza. Ottima nei frangenti più pacati, ha mostrato una certa omogeneità nei frangenti più articolati arrivando comunque a valide esecuzioni, specie nella Polacca Fantasia Op.61. Il cambio di autori, partendo da Sergej Rachmaninov (1873 -1943) con le Variazioni su un tema di Chopin op.22 , ha prodotto un notevole salto di qualità interpretativa.
Le complesse 22 variazioni che partono dalle prime 8 battute del celebre Preludio n. 20 in do minore di Chopin, sono state risolte splendidamente dalla pianista, certamente una rappresentante della scuola moscovita che ha utilizzato la sua tecnica trascendentale in modo particolarmente espressivo per definire dettagli in modo trasparente e ricchi di significato.
Eccellente anche il brano successivo di Max Reger (1873 –1916) da “Fünf Specialstudien nach Chopin” il Valse n.2 dall’op.42 di Chopin. La sorprendente resa costruttiva del celebre valzer chopiniano reinterpretato dal compositore tedesco, ci ricorda nello stile certo Godowsky, per capacità di variare e modificare il tema.
Abbiamo qui ritrovato una Chochieva di grandi qualità nella sintesi discorsiva e nella bellezza coloristica. Applausi meritatissimi! Splendide le interpretazioni dei due bis concessi: prima un chiaro e rapido Kleine Gigue in sol maggiore K. 574 e poi un Adagio dalla Sonata n.3 per organo di J.S.Bach nella rara e profonda trascrizione di Belà Bartók.
Un’ottima serata. Lunedì prossimo 21 ottobre da non perdere il pianista londinese Freddy Kempf.
15 ottobre 2024 Cesare Guzzardella