Lunedì 5 Febbraio 2018, ore 20:30
Sala Verdi, Conservatorio di Milano _Via Conservatorio, 12
Proiezione di 2 film muti, di cui Cenere con l’unica interpretazione cinematografica di Eleonora Duse e Rapsodia satanica con testo di D’Annunzio e musica di Mascagni.
Presenta: Paolo Mereghetti
Il pianista Francesco Libetta accompagnerà le proiezioni e suonerà un’intermezzo fra le due pellicole.
Francesco Libetta: Musicista apprezzatissimo dalla critica internazionale – che non ha esitato a profondersi in iperboliche lodi – e dal pubblico più esigente, in trenta anni di carriera Francesco Libetta è stato ascoltato nelle sale europee, americane e asiatiche come pianista, direttore e compositore.
Dopo gli studi di pianoforte con Vittoria De Donno, fin dagli esordi come pianista gli è stata riconosciuta una tecnica strumentale straordinaria. J. Nicholas scrisse su International Piano: «If we take the fabulous mechanism, unerring accuracy and wondrous tonal control for granted (!), perhaps the most astonishing element of Libetta’s playing is his deportment at the keyboard – unshowy, unruffled stillness»; P. Rattalino ha scritto su MUSICA: «Non c’è oggi nessun giovane – e anche qui, lettore, non esagero -, italiano o americano o giapponese o ottentotto, che possegga in pari grado lo scatto, il colpo d’occhio, la rapidità di presa del tasto di Libetta»; A. Ciccolini dichiarò che a vent’anni Libetta era: «il più dotato strumentista della sua generazione». Libetta ha poi elaborato un peculiare stile che ha fatto scrivere a M. Gurewitsch sul New York Times: «a poet-aristocrat of the keyboard with the profile and carriage of a Renaissance prince»; F. M. Colombo sul Corriere della Sera parla di: «Uno smalto, uno spolvero di signorilità e di frivolezza, che credevamo perduto negli archivi dell’interpretazione pianistica»; O. Bellamy su Le Monde de la Musique dichiara: «Francesco Libetta fait partie de la race des seigneurs du clavier. Il est l’éritier des Moritz Rosenthal, des Busoni et des Godowsky»; e A. Cantù lo definisce: «talento principesco». Infine Libetta si è fatto apprezzare per «la iridiscente paleta cromática y emotiva» (Lázaro Azar Boldo au La Reforma) e come «profondo musicista e un pianista di cultura» e per «una libertà insieme e autorità pianistica che lo fanno senza confronti al mondo» (P. Isotta sul Corriere della Sera), in monumentali integrali di Beethoven (le trentadue Sonate), Händel (l’opera per tastiera) e Chopin (tutta la produzione pianistica pubblicata).
«Mucho más que un virtuoso aclamado internacionalmente» (come scrive su L’Orfeo Lázaro Azar Boldo), dopo studî di Contrappunto (con I. Ettorre) e di Armonia (con C. Colazzo), Libetta ha studiato Composizione e Orchestrazione con G. Marinuzzi e J. Castérède. Il catalogo di opere eseguite e registrate è articolato: musica per il teatro e per il cinema, con elettronica, acusmatica, cameristica, orchestrale, per strumento solista e orchestra. «Libetta compositore è poeta doctus» P. Isotta sul Corriere della Sera; «gut gemacht» Markus Hauser su Tiroler Tageszeitung; «Libetta conferma anche in veste di autore una natura musicale fervida e illuminata di coinvolgente temperamento, plasmato al passo con i tempi. Il suo, in questo caso, è un linguaggio innovativo quanto suadente, con accorto impiego di quanto di suggestivo ed eloquente può esprimere l’orchestra» Nicola Sbisà su La Gazzetta del Mezzogiorno.
Incoraggiato alla direzione d’orchestra da A. M. Giuri e G. Zampieri, ha presto debuttato dirigendo la Nuova Orchestra Scarlatti di Napoli e i Filarmonici di Verona; negli anni ha quindi diretto uno scelto repertorio sinfonico, operistico (Don Giovanni) e da balletto (Lo Schiaccianoci, La Bella addormentata nel bosco). Hanno scritto di lui: «bravissimo» M. Messinis su Classic Voice; «estremo fino alla trasparenza il gesto» G. Barbieri su Repubblica; «tutto impeccabilmente governato dal direttore e pianista Francesco Libetta», «di mostruoso virtuosismo» M. Vallora su La Stampa.
H. C. Schonberg su American Record Guide lo aveva dichiarato: «master of every period or style represented»; e Libetta ha infatti allargato il suo repertorio al pianoforte fino a includere frequenti esecuzioni di musiche rinascimentali, come Gesualdo e Trabaci, e condurre una intensa attività nel mondo della musica contemporanea. Già nel 1993, a distanza di pochi mesi dalla composizione, Libetta aveva eseguito L’Escalier du diable di Gyorgy Ligeti, il quale definì quella esecuzione «absolutely gorgeous». Ha registrato, da direttore (solista F. Caramiello) e da pianista, numerosi brani di F. d’Avalos, il quale gli ha dedicato tutte le sue opere per pianoforte solo. C. Ambrosini lo ha voluto solista nella prima esecuzione di Plurimo (Orchestra della Rai, con E. Arciuli), brano che con quella esecuzione ha vinto il Leone d’Oro della Biennale di Musica di Venezia. Ha partecipato alla prima esecuzione di entrambi i Concerti per pianoforte di Franco Oppo; nel Primo come solista (Festival di Alicante), nel Secondo come direttore (solista P. De Maria). J. Ardoin dichiarò che «of the new generation of pianists, Francesco Libetta is the most inspired and creative».
Ha collaborato con violinisti (I. Haendel, A. Pritchin, M. Quarta, G. Angeleri); danzatori e compagnie di balletto (da C. Fracci al Balletto del Sud, che ha diretto in varie produzioni, tra le quali la Carmen al Teatro dell’Opera di Tirana); cantanti (A. C. Antonacci, E. Palacio).
Il dvd del regista B. Monsaingeon con un recital pianistico filmato durante il Festival della Roque d’Anthéron ha avuto le massime segnalazioni da tutte le riviste francesi di critica discografica (Diapason d’Or, Choc de Le Monde de la Musique, Raccomandé par Classique). Il cofanetto che l’etichetta americana Marston ha dedicato ai grandi interpreti storici di Chopin comprende registrazioni da Pabst (nel 1895) a Rachmaninov, Bartok, Cortot, Rubinstein, Horowitz, fino a un Notturno eseguito nel 2003 da Libetta. Le registrazioni pirata (Milano 1994/5) dei suoi Studi di Godowsky-Chopin sono state oggetto di ricerca da parte di collezionisti: «Godowsky enthusiasts have been exicitedly exchanging copies of a recently surfaced amateur videotape […] Libetta masters the technical difficulties with such confidence that he is able to imbue the works with all those attributes – poetry, drama, fire and real heart – that so many pianists miss out in their struggle just to get round the notes» M. Glover, International Piano Quaterly; «Enkele gelukkigen hebben het al gezien [..] de reincarnatie van Dinu Lipatti» Eric Schoones, Pianowereld. F. Battiato lo ha invitato per una apparizione del suo film Musikanten.
L’opera teatrale Ottocento – Il Martirio di Otranto, eseguita in “prima” nel Castello Aragonese di Otranto nell’Agosto 2009 con la regia e le coreografie di F. Franzutti, è stata poi replicata nell’Auditorium di Santa Cecilia alla Conciliazione in Roma nel Gennaio 2010. Della versione cameristica dell’opera, andata in scena a Lecce nel 2013 con la regia di A. Felle, è stata realizzata una incisione discografica.
Sono di imminente pubblicazione due suoi dvd registrati nella sala da ballo di palazzo Biscari di Catania, uno con la regia di F. Battiato, e uno con la regia dello stesso Libetta, con l’esecuzione dei Trois Mouvements di Petrouska di Stravinsky, nella sala di Pietro da Cortona di palazzo Barberini a Roma davanti al sipario dipinto da Picasso per Parade.
Definito «important pianist» da H. Schonberg su American Record Guide; «un génie du piano comme on en voit peu» da O. Bellamy su Le Monde de la Musique; «Klaviergroßmeister» da T. R. Schulz su Hamburger Abendblatt; «figure-culte» da L. Sabbatini su La Tribune de Genève; «大注目の新進異能ピアニスト» e «異能のピアニスト» da 高久暁 su レコード芸術; e «il più grande pianista vivente» da P. Isotta nel suo libro Altri canti di Marte (Marsilio 2015), Francesco Libetta tiene dei corsi annuali di pianoforte per concertisti presso l’accademia SIMA di Lecce; è titolare della cattedra di Musica da Camera presso il Conservatorio T. Schipa di Lecce, dove risiede. È invitato da concorsi internazionali come presidente di giuria o in commissione (Porrino di Cagliari, BNDES di Rio de Janeiro, Busoni di Bolzano, Premio Venezia, Horowitz, di Kiev, etc) a tenere lezioni, conferenze e masterclass presso istituzioni italiane (Conservatorio di Cagliari, di Salerno, Liceo Musicale di Lucca, di Grosseto, etc) ed estere (Fort Lauderdale, Miami, Helsingborg, Hamburg).
Ha fondato ed è direttore Artistico del Piano Festival di Miami in Lecce. E’ stato per oltre dieci anni direttore artistico delle manifestazioni annuali in Val di Rabbi, in memoria di A. Benedetti Michelangeli.
Ha pubblicato numerosi saggi e volumi su argomenti di storia ed estetica musicale, su autori rinascimentali; ricostruzioni di Madrigali; sulla vita operistica nel meridione d’Italia nel Settecento e nell’Ottocento.
Ha fondato la casa discografica Nireo, con cui realizza nuove produzioni e progetti culturali storici (la pubblicazione in trentuno dischi di tutte le registrazioni di Tito Schipa; la pubblicazione di registrazioni inedite di G. Marinuzzi sr.).