Dal concerto del 13 gennaio 2019 “Transiti: Musica che sconfina”, all’interno della 18a Rassegna Musicale “Miglia da percorrere” (Musiche, Viaggi, Volti, Maschere) e organizzato da Spazio Teatro 89 e Coop Lombardia in collaborazione con Serate Musicali, ecco il brano, in Prima esecuzione assoluta,
“From the land of the ice and snow”
di G. Colombo Taccani (1961)
interpretato da:
Francesca Bonaita, violino
Andrea Rebaudengo, pianoforte
Qui alcune annotazioni del maestro Colombo Taccani sul suo pezzo:
“From the Land of the Ice and Snow”, come altri miei brani in precedenza, deve la sua esistenza alla graditissima richiesta giuntami da parte di Luca Schieppati per la stagione del milanese Spazio Teatro 89. Destinataria delle mia avventure violinistiche sarà ancora una volta Francesca Bonaita, qui insieme ad Andrea Rebaudengo.
Nella mia memoria musicale, da anni remoti, si è riaffacciato “Immigrant Song”, energico brano degli altrettanto energici Led Zeppelin avente come tema la migrazione Vichinga verso occidente, e il tentativo di prenderlo come spunto di partenza è andato a buon fine. Intendiamoci, come sempre è accaduto quando ho deciso di partire da materiali provenienti dal mondo del rock ciò non ha mai portato ad ammiccamenti stilistici o peggio, a citazioni esplicite e consistenti dei materiali di partenza (anzi, sono operazioni che aborro in massimo grado).
Sono innanzitutto, invece, tributi affettivi del tutto personali, che possono sicuramente portare all’ascoltatore dei riverberi emotivi e che non escludono talvolta piccole allusioni (in questo caso lo spunto iniziale del mio pezzo, ripresentato per altre tre volte nello sviluppo narrativo, è legato apertamente all’avvio della parte vocale di Robert Plant), ma che, seguendo logiche puramente compositive e autonome, danno vita per lo più – ed è questo uno dei casi – a lavori dal paesaggio narrativo spesso lontano da quello che uno spunto tratto da una band dell’allora definito hard rock potrebbe far immaginare.
L’architettura complessiva nasce dall’incrocio a mosaico di un numero ristretto di situazioni, ognuna seguente autonomi principi evolutivi più o meno consistenti e sviluppata isolatamente in una prima fase di elaborazione compositiva. Incrociandosi nell’assemblaggio finale ad intarsio queste situazioni scoprono relazioni impreviste, smussando localmente alcune asperità proprie per una più fluida successione oppure estremizzando le proprie caratteristiche con attriti locali che determinano successive azioni di riequilibrio espressivo.
Tutto ciò porta ad un percorso complessivo variegato e mobile in cui, se risultano assenti zone di esasperazione figurale eccessiva, sono comunque rari i momenti di sospensione quasi contemplativa, favorendosi invece una mobilità complessiva dove la tendenza a creare linee discendenti risulta essere il tratto distintivo e comune. Solo nel breve episodio finale, quasi una piccola coda, tutto si allontana improvvisamente, quasi trasformando in ricordo quanto ascoltato precedentemente.”
“Francesca Bonaita suona con chiari respiri articolati per ogni frase musicale, con morbida stesura preparatoria dell’arco, con estrema agilità delle dita e raffinatezze tecniche che ben traducono l’immedesimazione emotiva del testo”. Klassische Musik, 22 April 2017, St. Blasien, Germany.
Francesca Bonaita (Milano 1997), diplomata con il massimo dei voti e lode presso il Conservatorio G. Verdi di Milano, vincendo il Premio Pina Carmirelli quale miglior violinista dell’anno accademico, si perfeziona sotto la guida di Sergej Krylov, conseguendo con lode il Master of Arts in Music Performance alla Scuola Universitaria del Conservatorio della Svizzera Italiana e ivi ammessa al selettivo corso di laurea per solisti Master of Arts in Specialized Music Performance.
Dal 2014 frequenta i corsi di Alto Perfezionamento di Salvatore Accardo presso l’Accademia W. Stauffer di Cremona e l’Accademia Chigiana di Siena.
Con il debutto nel 2016 alla Carnegie Hall di New York e in Romania con l’Orchestra Filarmonica di Bacau nel concerto per violino e orchestra di Tchaikovsky, ha intrapreso un’intensa attività solistica e cameristica per prestigiose rassegne e teatri in Italia, tra cui il Teatro Ponchielli a Cremona, la SalaVerdi, l’Auditorium Fondazione Cariplo, il Teatro degli Arcimboldi, il Teatro Filodrammatici a Milano, il Teatro Grande a Brescia, la Sala Maffeiana del Teatro Filarmonico di Verona, Palazzo Pisani e Sale Apollinee del Teatro La Fenice a Venezia, Palazzo Chigi Saracini a Siena, Palazzo della Carovana per I Concerti della Scuola Normale di Pisa, Cappella Palatina della Reggia di Caserta – e all’estero, in Germania, Austria – invitata a suonare al Musikverein di Vienna – in Svizzera, in Francia, Inghilterra, Grecia, Romania e negli USA.
Ha suonato in ensemble cameristici con musicisti di chiara fama, quali Itamar Golan, Rocco Filippini, Franco Petracchi, Roberto Paruzzo, con Sandro Laffranchini e prime parti soliste dell’Orchestra del Teatro e Filarmonica della Scala, con Emanuele Torquati e Alfredo Zamarra per l’Accademia dei Cameristi di Bari e, per il repertorio contemporaneo, con Sentieri Selvaggi, ensemble diretto da Carlo Boccadoro e 900Presente in Svizzera. E’ vincitrice di primi premi e assoluti in numerosi concorsi internazionali, Soloist Vienna 2016, Grand Prize Virtuoso Vienna 2017, 7th International Music Competition Rhodes, 10th Loutraki International Competition, Premio Rovere d’Oro 2018, VII Premio Francesco Geminiani, XIV Valsesia Musica Juniores, European Music Competition Moncalieri, Comunità Europea Fondazione Pescetto, V e VII Premio Crescendo Firenze, Premio Marco Allegri e premio del pubblico alla XIX Rassegna Migliori Diplomati d’Italia Castrocaro, VI Concorso Fondazione Milano “C. Abbado”, XI Premio Internazionale E. Cremonesi, International Valtidone Competition, I Concorso Città di Cremona, Solista e Orchestra Senzaspine a Bologna con il concerto di Tchaikovsky. Ha frequentato masterclasses di prassi violinistica e cameristica con Sergej Krylov, Itamar Golan, Dmitri Chichlov, Ilya Grubert, Pavel Vernikov, Natalia Prishepenko, Aleksey Semenenko.
Dopo aver conseguito la maturità classica con il massimo dei voti, vincitrice di Exploit your Talent 2016 presso l’Università degli Studi di Milano, le è stato assegnato a Roma, per la sezione Musica, il Premio Italia Giovane 2016 con il patrocinio della Camera, Senato e Ministero dei Beni e Attività culturali.
Andrea Rebaudengo è nato a Pesaro nel 1972. Ha studiato pianoforte con Paolo Bordoni, Lazar Berman, Alexander Lonquich, Andrzej Jasinsky e composizione con Danilo Lorenzini.
Ha vinto il primo premio al Concorso Pianistico Internazionale di Pescara nel 1998, il terzo premio al Concorso “Robert Schumann” di Zwickau nel 2000 e al Premio Venezia 1993. Ha suonato per le più importanti istituzioni concertistiche italiane, tra cui le Serate Musicali di Milano, l’Unione Musicale di Torino, il Festival di Ravello, gli Amici della musica di Padova, Musica Insieme di Bologna, il Ravenna Festival .
Si è esibito in Russia, Stati Uniti, Francia, Germania, Spagna, Inghilterra, Belgio, Polonia, Portogallo, Svizzera, Irlanda, Serbia, Turchia, Uzbekistan ed Emirati Arabi. Ha suonato come solista con numerose orchestre, tra cui l’Orchestra dei Pomeriggi Musicali di Milano, l’Orchestra Sinfonica di Zwickau, l’Orchestra Filarmonica di Torino e l’Orchestra Sinfonica “Giuseppe Verdi” di Milano. Viene spesso invitato in progetti che lo coinvolgono anche come musicista jazz e improvvisatore.
E’ il pianista dell’ensemble Sentieri Selvaggi con il quale si è esibito all’Accademia di Santa Cecilia di Roma, al Teatro alla Scala di Milano, “Bang-on-a-can Marathon” di New York, Dom di Mosca, Sacrum Profanum di Cracovia, Festival MiTo, Festival della Letteratura di Mantova, Accademia Filarmonica Romana, Biennale di Venezia, presentando spesso prime esecuzioni di autori contemporanei e collaborando con compositori quali Louis Andriessen, Michael Nyman, David Lang, James MacMillan, Mark-Anthony Turnage, Julia Wolfe, Ivan Fedele e Fabio Vacchi. Suona in duo con Cristina Zavalloni con la quale si è esibito alla Carnegie Hall di New York, allo Strathmore di Washington, al Teatro della Maestranza di Siviglia, al Festival Ilkhom-XX di Tashkent, al Festival di West Cork, al Festival del Castello di Varsavia, al Festival di Cheltenham, ai Concerti del Quirinale, al Teatro Rossini di Pesaro e nei Festival jazz di Berchidda, Roccella Jonica e Parma Frontiere.
Suona in duo con la violista Danusha Waskiewicz, in duo pianistico con Emanuele Arciuli ed è il pianista dell’Ensemble del Teatro Grande di Brescia e dell’Ensemble Kaleido. Con Klaidi Sahatci e Sandro Laffranchini ha fondato l’Altus Trio, che ha debuttato nel 2010 al Teatro alla Scala di Milano. Come solista incide per Bottega Discantica (“All’aria aperta”), con Cristina Zavalloni per Egea (“Tilim-bom”), con Sentieri Selvaggi per Cantaloupe Records (“Child”, “ACDC”, “Zingiber”), con l’Altus Trio per Limen. Insegna al Conservatorio di musica di Castelfranco Veneto
Giorgio Colombo Taccani, nato a Milano nel 1961, ha svolto studi classici, laureandosi in Lettere Moderne all’Università Statale di Milano, sotto la guida di Francesco Degrada, con una tesi in Storia della Musica dedicata all’Hyperion di Bruno Maderna, alla quale nell’ottobre 1993 è stato attribuito il “Premio Missiroli” da parte del Comune di Bergamo in occasione di un convegno dedicato al teatro musicale italiano del Dopoguerra.
Parallelamente ha svolto studi musicali, diplomandosi in Pianoforte nel 1984 ed in Composizione nel 1989 al Conservatorio “G. Verdi” di Milano sotto la guida dapprima di Pippo Molino e quindi di Azio Corghi, conseguendo in seguito il Diploma al corso di perfezionamento biennale in Composizione tenuto da Franco Donatoni all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia in Roma, dove ha ottenuto una borsa di studio S.I.A.E.
Ha inoltre seguito corsi di perfezionamento con Azio Corghi e György Ligeti ed è stato selezionato per partecipare al workshop estivo 1995 dedicato all’informatica musicale organizzato dall’IRCAM.
Sue composizioni sono state premiate o segnalate in concorsi nazionali ed internazionali (“Giovane compositore per il pianoforte”, Roma, 1984; “International Competition of Flute Composition”, Kobe-Shi, Giappone, 1987; Premio “Valentino Bucchi”, Roma, 1987 e 1993; “Castello di Belveglio”, 1988 e 1993; Premio “Alpe Adria”, Trieste, 1988; “Concorso Nazionale di Composizione per Strumenti a Fiato”, Livorno, 1991; “Città di Mestre”, 1991; “Quinto Concurso de Composición «Francesc Civil»”, Girona, Spagna, 1992; “Concorso «Città di Trieste»”, 1993; “Concorso Internazionale «Gino Contilli»”, Messina, 1993; “XV Concorso Internazionale «Luigi Russolo»”, Varese, 1993; “2 ° Concorso Internazionale «2 Agosto»”, Bologna, 1996, Concorso “Franco Evangelisti”, “Nuova Consonanza”, Roma, 1998; “I Concorso Internazionale «Repubblica di San Marino»”, 1999; “I Concorso Internazionale «A Camillo Togni»”, Brescia, 2000; “Lutoslawski Award 2006”, Varsavia, Polonia) nonché regolarmente eseguite in sedi italiane ed estere (ISCM “World New Music Days” – Växjö, Svezia, “Sibelius Academy” – Helsinki, “Nuova Consonanza” – Roma, “Gaudeamus” – Amsterdam, “Ferienkurse für Neue Musik” – Darmstadt, Festival “Musica” – Strasbourg, “Hugh Lane Gallery” e “Writers’ Museum” – Dublino, “Fylkingen Festival” – Svezia, “Trieste Prima”, “Biennale di Venezia”, “RAI NuovaMusica”, Società Aquilana dei Concerti – L’Aquila, “Contrasts” – Lviv, Ucraina, Auditorio Nacional de Música – Madrid e molte altre fra cui Valparaiso, Brasilia, New York, Atene, Kobe, Nagasaki, Osaka, Yokohama, Auckland, Wellington, Sydney, Reykjavyk, Copenhagen, Sarajevo, Parigi, Nantes, Lisbona, Budapest, Berlino, Lipsia, Kyiv, Toulouse, Sofia, Edinburgh, Bruxelles, Alessandria d’Egitto), trasmesse da varie emittenti nazionali ed estere e pubblicate dalle Edizioni Suvini Zerboni di Milano.
Dal 1991 al 2001 si è occupato di musica elettronica presso lo studio AGON – acustica informatica musica – Centro Studi Armando Gentilucci di Milano. La sua attività musicologica, dedicata alla produzione del Novecento italiano, si è concretizzata in articoli sulle riviste Sonus e Auditorium dedicati al teatro musicale italiano degli anni Sessanta e nel capitolo Aria , una proposta di analisi inserito nel volume Bruno Maderna – Studi , curato da Mario Baroni e Rossana Dalmonte e pubblicato dalle Edizioni Suvini Zerboni di Milano.
Ha collaborato con il corso di perfezionamento di Composizione tenuto da Azio Corghi presso l’Accademia “A. Toscanini” di Parma. Dal 1992 al 1999 ha insegnato Composizione alla Civica Scuola di Musica di Milano.
Dal 2005 collabora con il corso di Direzione d’Orchestra per il repertorio contemporaneo tenuto dapprima da Giorgio Bernasconi e quindi da Arturo Tamayo presso il Conservatorio della Svizzera Italiana di Lugano. Dal 1999 insegna Composizione presso il Conservatorio “G. Verdi” di Torino.