con il patrocinio di Martha Argerich, Cristina Muti e Fedele Confalonieri
«In memoria delle vittime della Shoah»
“LA MUSICA MIRACOLOSA”. STORIA DEL PIANISTA DEL GHETTO DI VARSAVIA
Testo di Stefano Valanzuolo
In collaborazione con il Consolato Generale delle Repubblica di Polonia in Milano e Comunità Ebraica di Milano
ProgrammaCLAUDE DEBUSSY (1862 – 1918)
Clair de lune
WŁADYSŁAW SZPILMAN (1911 – 2000)
Mazurka
ROBERT SCHUMANN (1810 – 1856)
“Adagio”, dalla Sonata n.2 op.22 in sol minore
FRYDERYK CHOPIN (1810 – 1849)
Notturno in do diesis minore
SERGEJ RACHMANINOV (1873 – 1943)
Preludio op.32 n.10
FRYDERYK CHOPIN
Variazioni su “Là ci darem la mano” dal Don Giovanni di Mozart, op.2
Preludio op.28 n.4 in mi minore
Laureatosi giovanissimo con il massimo dei voti e la lode presso il Conservatorio di Musica Vincenzo Bellini della sua città, parte all’età di diciassette anni da Catania alla volta di Napoli dove incontra Vincenzo Vitale, riconosciuto didatta tra i più illustri della tradizione pianistica italiana. Ben presto ne diventa uno dei migliori allievi tanto da essere considerato a tutt’oggi uno dei massimi esponenti della scuola pianistica partenopea. Il 1980 è un anno importante con due Premi che segneranno il suo destino artistico: quello al Concorso Pianistico Internazionale di Santander e ‐ soprattutto ‐ la vittoria al Concorso Internazionale d’Esecuzione Musicale di Ginevra che dà inizio a una carriera internazionale che lo consacra come uno dei pianisti più interessanti della sua generazione.
Si è esibito nelle più importanti sale da concerto del mondo, dalla Queen Elizabeth Hall alla Wigmore Hall di Londra, dalla Victoria Hall di Ginevra alla Radio Nacional di Madrid e ancora la Salle Gaveau di Parigi, il Teatro alla Scala e la Sala Verdi di Milano, il Teatro dell’Opera e l’Accademia di Santa Cecilia di Roma, il Teatro di San Carlo di Napoli, l’Herkulessaal di Monaco, la Brahmssaal di Vienna, etc. Oltre che in tutta Europa ha effettuato tournée in: Stati Uniti, Canada, Messico, Argentina, Singapore, Giappone e Cina ed è stato ospite dei più esclusivi festival. Dal 1990 incide stabilmente per le etichette Nuova Era, Naxos e Marco Polo.
Su di lui l’autorevole critico e musicologo Paolo Isotta scrisse parole di grande ammirazione. È stato insignito di prestigiosi premi nazionali e internazionali: il ‘Bellini d’oro’ nel 1994 (unico pianista a ricevere questo prestigioso premio conferito in passato ad artisti come Maria Callas, Luciano Pavarotti, Riccardo Muti), il ‘Japan Chubu University Award’ nel 1996 e nel 2001, il Premio ‘Ara di Giove’ nel 2004, il Premio ‘Aci Castello Riviera dei Ciclopi’ nel 2008, il Premio ‘Note nell’Olimpo’ a Bari nel 2012, il Premio alla carriera ‘Domenico Danzuso’ a Catania nel 2012, il Premio ‘Cosimo Fanzago’ a Napoli nel 2013, il Premio ‘Sergej Rachmaninov International Award’ a Mosca nel 2017 e il Premio ‘Golia’ nel 2021 ancora a Napoli. Docente universitario, è stato titolare della cattedra di ‘Prassi esecutiva e repertorio Pianoforte’ presso il Conservatorio di Musica San Pietro a Majella di Napoli.
Tiene regolarmente in Italia e all’estero master class, conferenze, convegni oltre a essere presidente e membro di giurie di concorsi nazionali e internazionali pianistici e di canto.
Dal 1989 è critico musicale del quotidiano Il Mattino. Da anni è presente su Radio3 con i programmi Radio3 Suite e WikiMusic. Collabora con il mensile Sistema Musica e con “I quaderni dell’Associazione Scarlatti” (Libreria Musicale Italiana). Dal 2020 è direttore responsabile della rivista di spettacolo Live – Performing & Arts.
È autore di soggetto e libretto delle opere “Il bullo in maschera”, musica di Federico Gon (Teatro Coccia di Novara, 2022) e “Tutto in una notte” (Teatro Coccia, 2021). Nel 2021, su commissione dell’Emilia Romagna Festival, scrive “Il lupo e Pierino”, riproposizione moderna del “Pierino e il lupo” di Prokof’ev. Collabora col compositore Carlo Galante come librettista dell’opera “Il labbro della lady” e del melologo “Il convitato delle ultime feste”.
È autore di soggetto e drammaturgia di “Alienati” (2020), opera smart working prodotta dalla Fondazione Teatro Coccia. Sue sono ideazione e sceneggiatura della fiction “3 voci di dentro”, prodotta dal Teatro Pergolesi – Jesi, disponibile su RaiPlay. È autore di soggetto e testo degli spettacoli teatrali: “Settembre è nero” e “Il sogno di Burney” (Campania Teatro Festival Italia 2022); “Father and Son” (CTFI 2021, Teatro Nuovo di Napoli); “Sine Diez” (Maggio della Musica 2021, Napoli); “Ho ucciso i Beatles”, con Sarah Jane Morris, Paolo Cresta e Solis String Quartet (Napoli Teatro Festival Italia 2020, Ravenna Festival, Festival Pergolesi Spontini); “StraTivari”, con Iaia Forte e Cristina Donadio (NTFI 2019; Napoli, Teatro Trianon 2022); “Qualche estate fa”, con Claudia Gerini e Solis String Quartet; “Se Spartak piange…”, con Giovanni Esposito e Quintetto del Teatro di San Carlo (NTFI 2018); “Forse non sarà domani” (NTFI 2017), con Rocco Papaleo; “The Fool on the Hill” (2012), con Michele Riondino, Alessandro Haber, Orchestra Haydn di Trento e Bolzano, Filarmonica Toscanini.
È autore di drammaturgia e testo degli spettacoli: “Cunto di Tristano”, con Vincenzo Pirrotta, musiche di Roberto Molinelli (2015); “Mozart, per gioco” (2015) e “La Russia, forse, non esiste”, con il Quartetto Savinio (2017). Nel 2009 firma la drammaturgia dello spettacolo “Le sorelle Bronte”, inaugurazione del Festival del Teatro – Biennale di Venezia, regia di Davide Livermore. È Direttore artistico dell’Associazione “Maggio della Musica”, Napoli; fondatore e Direttore del Festival MozArt Box al Palazzo Reale di Portici.
È stato Direttore artistico dell’Arena Flegrea, a Napoli. Dal 2008 al 2015 è stato Direttore generale e artistico del Ravello Festival. È docente nell’ambito del Master in “Management e Comunicazione delle Imprese Culturali” del Conservatorio di Napoli.
«LA MUSICA MIRACOLOSA»
Storia del pianista del ghetto di Varsavia
Dei quattrocentocinquantamila ebrei rinchiusi nel ghetto di Varsavia dai tedeschi, dopo l’invasione del 1939, ne rimasero in vita soltanto ventimila. Tra i sopravvissuti, anche un pianista compositore: si chiamava Wladyslaw Szpilman, detto Wladek. A evitargli la morte sarebbe stato un ufficiale tedesco catapultato dal caso tra le macerie della capitale polacca. Un nemico cioè, un carnefice miracolosamente folgorato da un lampo di umanità e di rispetto verso l’arte e la musica. Quasi uno spiraglio di luce in mezzo all’inferno.
A salvare la vita a Szpilman non fu semplicemente quell’ufficiale, ma anche la tenacia stessa con la quale il pianista seppe non arrendersi, la sua forza di volontà, il desiderio incorruttibile di vivere – lui, unico superstite della propria famiglia – fosse anche per continuare a suonare. Perché suonare, in fondo, è un modo gentile di vivere.
Se non ci fosse stato un film di Roman Polanski, bellissimo e pluripremiato, a ridarle qualche anno fa giusta visibilità, oggi la figura di Szpilman, musicista polacco morto nel 2000, sarebbe forse sbiadita, dolorosamente confusa – cioè – tra quelle di uomini e donne macinati dalla barbarie nazista; precipitata per sempre nell’oblio, celata agli occhi del mondo al pari di troppe altre tragedie senza nome.
Lo spettacolo “La musica miracolosa” racconta la storia possibile di un uomo sopravvissuto all’orrore grazie al suo amore grande per la musica, per il pianoforte, per Chopin. In una parola: per la vita.
Stefano Valanzuolo