con il patrocinio di Martha Argerich, Cristina Muti e Fedele Confalonieri
«RISCOPERTE»
PROGRAMMA
“Il VIAGGIO DEL CUORE”
Tormento ed Estasi nella musica russa dell’ottocento
P. I. TCHAIKOVSKY
Romanza op.5 in fa minore
Romanza op.51 in fa maggiore
Canzone d’autunno (dalle Stagioni op. 37a
Ouverture da Juliette e Romeo (arrangiamento pianistico Roberto Cappello)
S. RACHMANINOFF
Elegie (Morceau de Fantasie op.3)
Preludio op. 23 n.6
Preludio (Morceau de Fantasie op.3)
Serenata(Morceau de Fantasie op.3)
Polichinelle (Morceau de Fantasie op.3)
Andante con espressione (Moments Musicaux op.16 n.3)
Presto con fuoco (Moments Musicaux op.16 n.4)
Melodie (Morceau de Fantasie op.3)
Maestoso (Moments Musicaux op.16)
Tecnica trascendentale, raffinatissima sensibilità artistica e spirituale, costante impegno culturale e intellettuale nella scelta del repertorio volto a esaltarne i più alti contenuti, pongono l’arte interpretativa di Roberto Cappello ai vertici del concertismo contemporaneo. Dopo la vittoria del Premio Busoni (1976), ha iniziato una grande e nobile carriera che lo ha visto acclamato protagonista nelle sale più prestigiose di tutto il mondo, sia nelle vesti di solista, che con orchestra e formazioni da camera.
All’intensa attività concertistica, affianca con esemplare rigore e impegno quella didattica, che prevede numerose master-class, seminari e corsi di perfezionamento. É costantemente invitato a presiedere le giurie di concorsi pianistici nazionali e internazionali. È stato Direttore del Conservatorio di Musica “Arrigo Boito” di Parma.
Cappello è stato uno dei tre pianisti a inaugurare l’attività di Serate Musicali dopo la sua vincita al Concorso Busoni, nel lontano autunno 1976 e da allora è tornato regolarmente a suonare per la nostra Società, di cui è uno degli Amici più fedeli.
«IL VIAGGIO DEL CUORE»
Tormento ed estasi nella musica russa dell’Ottocento
Quando iniziò a comporre la Romanza op. 5 in fa minore dedicata al mezzosoprano Désirée Artôt di cui si era infatuato, Ciaikovski aveva solo 28 anni. Una volta terminato il lavoro, entusiasta, mostrò grande soddisfazione per quanto era riuscito a esprimere con le note; gli sembrò infatti di aver finalmente trovato la maniera di comunicare agli ascoltatori la propria voce interiore, di essere giunto a manifestare l’inizio di un suo percorso personale, di quel viaggio del cuore che lo guidò e accompagnò per tutta la carriera artistica.
Ciò risulta evidente già dall’op.5 in cui, con la semplicissima forma ABAB di matrice europea, Ciaikovski propone un tema dal carattere meditativo, quasi una Barcarola, a cui subentra un Allegro energico col quale prende vita un motivo di danza russo, costante presenza nella musica dell’Autore nativo della regione degli Urali. Si torna al primo motivo, ora arricchito, quindi al secondo e il brano si conclude in modo del tutto naturale con un lontano accordo dalla sonorità appena percettibile.
Risale invece al 1882 la Romanza in fa maggiore op.51, composizione strettamente legata alla precedente, sia per via del materiale tematico che per la tonalità. La melodia inizia con un Andante cantabile e scorre tranquilla; ma presto, animandosi, ci coinvolge in virtù dei suoi ritmi e armonie seducenti. I motivi tematici prendono forma progressivamente in un continuo conflitto di emozioni ora volte alla passione, ora all’eroico, con quelle ottave enfatiche proposte in maniera effettistica e ripresentate al termine della composizione in un clima divenuto calmo e sereno.
Il viaggio, come mezzo del musicista per scoprire se stesso, procede con il malinconico Canto d’autunno, tratto da Le stagioni op.37°. L’Andante doloroso e molto cantabile, sulla base delle richieste dell’editore Bernard, venne preceduto da una breve triste epigrafe di Alexej Tolstoj volta a contestualizzare il brano favorendone l’ascolto da parte del pubblico. Il percorso del nostro inquieto Autore si conclude con la celebre Ouverture del 1869 tratta da Roméo et Juliette, proposta nell’arrangiamento pianistico di Roberto Cappello. Si tratta di una sorta di confessione spirituale in cui Ciaikovski ci rende partecipi musicalmente dei suoi moti dell’animo, delle sue esperienze trascendenti nelle quali il dolore si risolve in estasi. Il brano inizia con un tema delicato e malinconico che evoca il senso di tristezza per il tragico destino incombente sui due amanti. Di mano in mano, le pagine si animano per delineare la passione travolgente dei giovani protagonisti della vicenda. Angoscia e passione, tormento ed estasi, un esempio straordinario di come Ciaikovski riesca a tradurre in suoni i sentimenti umani, un viaggio indimenticabile nella storia della musica.
Il percorso prosegue con Rachmaninov e la sua op.3, i 5 Morceaux de fantaisie scritti dall’Autore subito dopo il diploma conseguito al Conservatorio di Mosca nel 1892. La raccolta si apre con Élégie, pagina di natura nostalgica caratterizzata da melodie cantabili tipiche del lirismo del compositore. Segue il dolcissimo Andante in mi bemolle maggiore op.23 n.6 nel quale convivono abilmente due linee melodiche: alla mano sinistra sono affidate note rapide, mentre la destra esegue un innocente tema lento di carattere quasi chopiniano.
Il viaggio continua col celeberrimo Prélude dell’op.3, scritto nel 1892 e divenuto in breve una delle pagine musicali maggiormente conosciute al mondo. Scritto nella classica forma tripartita ABA, propone dapprima un motivo disperato e pesante in fortissimo che contrasta con la delicata sonorità della seconda parte caratterizzata da terzine cromatiche a cui si alternano gli angoscianti accordi iniziali. Si dice che l’Autore, con questo Preludio, volesse richiamare un sogno che lo aveva turbato, un viaggio nell’aldilà durante il quale egli avrebbe visto se stesso all’interno della bara nel giorno dei suoi funerali. Certamente si è giocato di fantasia nel voler conferire simile immagine ai tristi sentimenti che caratterizzarono quel tratto dell’esistenza di Rachmaninov, estremamente turbato sì, ma per la morte di un cugino, il pianista Aleksandr Siloti. Il clima si rischiara con Sérénade, graziosa lirica in 6/8 nella quale spicca un elegante Tempo di Valzer seguito dal vivace e gioioso Polichinelle, un vero e proprio gioco di colori, dinamiche e tempi assai differenti l’uno dall’altro. Tutto ha il sapore dell’improvvisazione, quale specchio dell’esistenza, con le sue inattese seppur brevi atmosfere felici.
L’Andante cantabile op.16 n.3, tratto dai Moments Musicaux, ci riconduce all’angoscia dell’Autore, una sorta di rimpianto del passato in cui convivono l’anima russa e il disagio esistenziale del compositore, espresso con un incessante lamento: tematica che accomuna il suo viaggio con quello del conterraneo Ciaikovski, spesso affranto da un analogo turbamento spirituale. Si passa poi all’arduo Presto con fuoco della medesima raccolta che ci rimanda ancora una volta a Chopin e al suo drammatico studio conosciuto col titolo La caduta di Varsavia dove una melodia molto potente alla mano destra affianca un frenetico accompagnamento alla sinistra.
La Mélodie in mi maggiore dai Morceaux de Fantasie, pezzo breve di estrema intensità che l’Autore revisionò nel 1940, precede il finale, il Maestoso – da Moments Musicaux, op.16 –, brano brillante che richiede una tecnica trascendentale, oltre a una sensibilità artistica estrema volta a rendere l’esito di questo appassionante viaggio nel pianismo romantico russo. Il tempestoso tema principale consiste in una sorta di bufera interrotta soltanto da una sezione centrale più delicata. Si torna alla tensione iniziale che, in un continuo crescendo, porta ai massimi livelli l’inquietudine emotiva, sino a giungere all’apoteosi.
Segue un momento di tregua per poi pervenire a una conclusione in fortissimo. Di fatto, siamo di fronte a un percorso che rappresenta la vita di ognuno di noi, con le sue sofferenze quotidiane e i suoi momenti di tormento interiore che si alternano a fugaci istanti di felicità; a un turbinoso viaggio, con le sue sfide e ostacoli, che fa riflettere sul significato e sulla natura dell’esistenza umana.
Roberto Cappello