M. PERROTTA

Maria Perrotta, pianoforte

Frau Musika
Maria Perrotta in fuga con Bach

PROGRAMMA

Johan Sebastian Bach
L’Arte della Fuga

Opera esoterica scritta solo per i pochi adepti della società pitagorica cui Bach aveva aderito negli ultimi anni della sua vita, o musica pensata anche per essere eseguita in pubbliche occasioni? Partitura astrattamente destinata a una lettura analitica che dagli occhi arrivi senza mediazioni alla mente raziocinante, o notazione di ben definite sonorità da realizzare con determinati strumenti? E in quest’ultimo caso, quali? Tastiera, archi, o che altro? Tanti sono i dubbi ancora aperti sull’ultimo, incompiuto capolavoro di Johann Sebastian Bach; ma fra tanti dubbi, svetta una certezza: pur nella consapevolezza di non conoscere del tutto la genesi e la destinazione dell’Arte della Fuga, sicuramente a ogni ascolto rimaniamo soggiogati dalla grandiosità della sua concezione e dalla perfezione della sua logica costruttiva. Certo, si fa presto a dire: “a ogni ascolto”: il fatto è che ascoltarla è cosa rara, rarissima, perché qualunque sia la veste strumentale cui la si affida richiede interpreti dotati di qualità musicali e (non sembri esagerato, è la pura verità) caratteriali straordinarie, al di sopra e al di fuori della norma. Grati siamo dunque a Maria Perrotta, artista particolarmente legata a Spazio Teatro 89 fin da quando vinse la prima edizione del concorso Cherkassky nel 2008, per aver accolto il nostro invito, proseguendo con l’Arte della Fuga il suo percorso bachiano che ha già portato nel nostro teatro le Variazioni Goldberg e il Clavicembalo ben temperato.