con il patrocinio di Martha Argerich, Cristina Muti e Fedele Confalonieri
«Riscoperte»
JOHANN SEBASTIAN BACH (1685 – 1750)
Suite orchestrale n.3 in re maggiore BWV 1068
Ouverture
Air
Gavotte I & II
Bourrée
Gigue
CARL PHILIPP EMANUEL BACH (1714 -1788)
Concerto in re minore per flauto, archi e basso continuo H 484.1
Allegro
Poco adagio
Allegro di molto
FELIX MENDELSSOHN-BARTHOLDY (1809 -1847)
Sinfonia per archi in si minore MWV n.10
Adagio
Allegro
Concerto per violino in mi minore op.64
Allegro molto appassionato
Andante
Allegretto non troppo – Allegro molto vivace
Nasce nel 2019 attorno alle attività della Gaspari Foundation come gruppo di giovani eccellenze dedito all’approfondimento del repertorio per orchestra da camera. Tra i suoi componenti si annoverano alcuni tra i migliori giovani professionisti della musica in Italia, che si sono perfezionati nelle più importanti istituzioni musicale di tutta Europa e hanno già maturato esperienza concertistica nelle più importanti Orchestre italiane tra cui l’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI, l’Orchestra Filarmonica della Scala, l’Orchestra Haydn di Bolzano, l’Orchestra da Camera di Mantova, l’Orchestra del Teatro Regio di Torino, l’Orchestra della Fondazione Arena di Verona, l’Orchestra di Padova e del Veneto, l’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale di Bologna.
L’Appassionata ha già al suo attivo concerti e tour in Germania, Svizzera, Francia e Corea del Sud e in alcune tra le maggiori sedi italiane tra cui il Teatro La Fenice di Venezia, l’Accademia Filarmonica di Verona, il Teatro Bibiena di Mantova, il Teatro Olimpico di Vicenza per importanti Festival tra cui: Emilia-Romagna Festival, Società dei Concerti di Parma, Festival di Portogruaro, Festival Galuppi di Venezia, MantovaMusica, collaborando con personalità e solisti di fama internazionale tra cui Gil Shaham, Emmanuel Pahud, Leonora Armellini, Laura Marzadori, Anna Tifu, Giampaolo Bandini, Patrick Gallois, Kirill Rodin, Elio, Andrea Battistoni.
L’Appassionata inoltre è protagonista di due progetti discografici pubblicati nel 2021 – una monografia su Antonio Vivaldi edita in prima assoluta da SONY Classical col flautista Tommaso Benciolini e una monografia su Johann Sebastian Bach col violinista Jaroslaw Nadrzycki edito da Hänssler Classics – entrambi accolti con grande successo di pubblico e critica e trasmessi da emittenti quali Rai Radio 3, BBC Radio, Radio Classica, Radio24, Venice Classic Radio, Sky Classica HD. Nel novembre 2023 L’Appassionata ha debuttato negli Stati Uniti, registrando il “tutto esaurito” alla Carnegie Hall di New York e nell’aprile 2024 è seguito il debutto nella prestigiosa Sala Grande della Tonhalle di Zurigo.
Violini I | Violini II | Viole |
---|---|---|
Elisa Spremulli Lorenzo Tranquillini Ruben Medici Elisa Cecchini | Lorenzo Gugole Anna Pasetto Pietro Battistoni | Fausto Cigarini Lorenzo Boninsegna |
Violoncelli | Contrabasso | Clavicembalo |
---|---|---|
Benedetta Baravelli Arianna Di Martino | Valerio Silvetti | Nicola Benetti |
Vincitore del New York Respighi Prize 2017, ha debuttato a Carnegie Hall di New York nel 2018. La sua attività concertistica lo ha portato a esibirsi come solista nelle più importanti sedi tra cui la Suntory Hall di Tokyo, Philharmonie di Berlino, Musikverein di Vienna, Concertgebouw di Amsterdam, Tonhalle di Zurigo, Mozarteum di Salisburgo, Sala Smetana di Praga, Carnegie Hall di New York, Seoul Arts Center in Corea, Herkulessaal di Monaco, Opera House di Dubai, Gran Teatro La Fenice di Venezia, Sala Verdi e Palazzo Reale di Milano.
Si è esibito come solista ospite con Tokyo Philharmonic Orchestra, Chamber Orchestra of New York, Berliner Symphoniker, Nürnberg Symphoniker, Munchener Kammerphilharmonie, Orchestra della Svizzera Italiana, North Czech Philarmonic, State of Mexico Symphony Orchestra, St. Petersburg State Symphony Orchestra, Thueringen Philharmonie Gotha-Eisenach.
È inoltre dedicatario di molte composizioni contemporanee, tra cui il Concerto per flauto “The Garden of Delights. A Flute Concerto after Bosch” di Andrea Battistoni, che ha eseguito in prima assoluta nel 2020 in occasione del suo debutto presso la Großer Saal della Philharmonie di Berlino. Come camerista si è esibito in molti festival italiani, tra cui Trame Sonore di Mantova, Io Sono Musica e Musikamera di Venezia, Amici della Musica di Padova, Amici della Musica e Accademia Filarmonica di Verona, Festival Toscanini di Parma, Yamaha Piano Discovery di Milano, Festival “Le Vie del Barocco” di Genova, MantovaMusica.
Nel 2021 è stato pubblicato il suo CD di debutto (SONY Classical): una monografia in prima mondiale dedicata a Vivaldi insieme a L’Appassionata da lui fondata. Le sue registrazioni sono state trasmesse da importanti emittenti radiofoniche tra le quali: RAI, Radio Nazionale Svizzera, Radio Nazionale Giapponese NHK, Radio Classica, Venice Classic Radio etc… Nel 2012 è divenuto il più giovane docente del Conservatorio “E. F. Dall’Abaco” di Verona ed è attualmente docente presso il Conservatorio “F.A. Bonporti” di Trento.
È stato inoltre invitato a tenere masterclass come docente a Cuba (Festival Internazionale di musica contemporanea), Finlandia (Tampere Music Academy e Suomitaly Music Festival), Estonia (Tartu Eller Music Academy), Malta (Malta Music University), Dubai (Middle East Music Academy). Tommaso Benciolini è nato a Bologna nel 1991 si è diplomato a 18 anni presso il Conservatorio “E. F. Dall’Abaco” di Verona ottenendo il massimo dei voti, la lode e una borsa di studio. In seguito, è risultato vincitore della XV Rassegna “Migliori Diplomati d’Italia” di Castrocaro ottenendo il Premio Speciale SIAE.
Vincitore di borsa di studio della fondazione francese “Zygmunt Zaleski”, si è perfezionato inoltre presso l’Ecole Normale de Musique “Alfred Cortot” di Parigi, per poi conseguire il “Master of Advanced Studies in Music Interpretation” presso il CSI di Lugano.
Vincitrice di prestigiosi concorsi internazionali come il Johannes Brahms in Austria (primo premio e premio speciale del pubblico nel 2000), il W. A. Mozart a Zurigo (primo premio nel 2005), il Tibor Varga e il Premio Rodolfo Lipizer, è ospite, sia come solista che come camerista, nei più importanti festival del mondo.
Ha suonato con Baden-Baden Philharmonic, Taipei Philharmonic Orchestra, Cape Town Philharmonic Orchestra, Wuerttembergische Philharmonie, Basel Symphony Orchestra, Zurich Chamber Orchestra, Camerata Zürich, Festival Strings Lucerne, Zurich Symphony Orchestra, Geneva Chamber Orchestra, Orchestra de la Suisse Romande, Orchestra Filarmonica di Lubiana, Orchestra Filarmonica Rumena, Orchestra Filarmonica di Mosca, Orchestra da Camera di Mosca “Le Stagioni” e Orchestra Sinfonica Ciaikovski di Mosca. Si è esibita nelle più importanti sale da concerto del mondo, tra cui Tonhalle di Zurigo, Victoria Hall di Ginevra, Berliner Philharmonie, Koelner Philharmonie, Conservatorio Ciaikovski di Mosca, Konzerthaus di Vienna, Filarmonica di Lubiana e ha suonato con direttori quali Spivakov, Zinman, Fedoseyev, Jurowski, Raiskin, Tang, Peter Csaba, Griffiths e Hofstetter.
Ha collaborato e collabora con orchestre e musicisti di spicco in tutto il mondo, tra cui Martha Argerich, Mischa Maisky, Yuri Bashmet, Maria Joao Pires, Vladimir Ashkenazy, Sol Gabetta e Mikhail Pletnev.
Suona un violino Nicolò Gagliano del 1728.
«Riscoperte»
Il Concerto di questa sera è incentrato sul rapporto tra Bach e Mendelssohn. Fu infatti quest’ultimo a riscoprire la musica di Bach nell’800 e a consacrarla definitivamente alla fama immortale.
Suite orchestrale n. 3 in re maggiore BWV 1068
La terza Suite in re maggiore risale al termine del soggiorno di Köthen, anche se fu certamente rielaborata intorno al 1730 per il Collegium musicum di Lipsia. L’Ouverture è una pagina aulica, che ricalca lo schema tripartito di matrice lulliana, con due sezioni in tempo Grave – che incedono maestosamente secondo il caratteristico ritmo puntato francese – che incorniciano una centrale sezione fugata, impreziosita da sezioni concertanti degli archi.
Esclusivamente agli archi è affidata l’Air, pagina divenuta celeberrima attraverso i più svariati arrangiamenti, che nella veste originaria, che viene eseguita questa sera, si profila come una tersa e limpidissima melodia cantabile. Si entra poi nell’ambito delle Danze vere e proprie, con le due brillanti Gavottes, accoppiate fra loro secondo la prassi che le vuole legate tematicamente e che vuole la ripetizione della prima dopo l’esposizione di entrambe. A una elegante Bourrée, succede poi una dinamica Gigue conclusione consacrata, ma non scontata nei contenuti, della mirabile Suite.
Concerto in re minore per flauto, archi e basso continuo H 484.1
Soggetto dal carattere nobile ma al tempo stesso risoluto, il tema orchestrale in modo minore dell’Allegro che apre il Concerto in re minore per flauto, orchestra d’archi e basso continuo H 484.1 presenta un’articolazione della frase tipicamente barocca, impreziosita dai giochi imitativi dei bassi che fanno da eco alla melodia dei violini. Un pedale armonico (di dominante) delimita la parte conclusiva dell’episodio iniziale, lasciando spazio al solista che riprende in maniera quasi letterale il tema orchestrale, per poi discostarsene in un secondo tempo.
Al successivo ritornello del Tema in modo maggiore, replica il solista con un’ampia Fantasia, nella quale riecheggia l’incipit del tema e con un’incalzante progressione con trilli che termina su un pedale armonico. Dopo un’ulteriore alternanza tra orchestra e solista si giunge alla conclusione con il tema, riportato nella tonalità iniziale inframmezzato dall’ultimo spunto del flauto. In alternativa al modo minore del primo movimento, il tempo lento centrale – Un poco Andante – si dipana in un sereno e pacato modo maggiore sostenuto dal tranquillo pulsare del basso. Inizialmente il solista ripropone la melodia del tema, aggraziandola con alcuni abbellimenti, per poi discostarsene e seguire un percorso più libero.
Nella sezione centrale parte del tema orchestrale viene ritornellata in una diversa tonalità, per poi lasciare spazio a un’ampia fantasia melodica del flauto che gravita nel modo minore. Il tema torna quindi nella tonalità principale, esposto inizialmente dall’orchestra e quindi, con delle varianti, dal solista, in un’alternanza tra tutti e solo che si prolunga fino al termine. Il tema orchestrale dell’ultimo tempo – Allegro di molto – presenta un carattere intenso e drammatico, piuttosto insolito per queste pagine; di esso il solista riprende con alcune varianti la parte iniziale, per poi seguire un percorso nettamente diverso.
Il tema viene quindi riproposto in maggiore dall’orchestra e successivamente dal solista, che ne abbandona però la traccia per liberarsi in una lunga e virtuosistica fantasia. Un successivo ritornello orchestrale, in una differente tonalità minore, è seguito da un intervento deciso del flauto, nel quale riecheggiano frammenti del tema, intercalato da brevi stacchi orchestrali. Il ritorno del tema nella tonalità iniziale delimita la sezione conclusiva, che viene completata da un ultimo intervento del solista e dalla Coda finale basata su elementi del tema principale.
Sinfonia per archi in si minore MWV n.10
La Sinfonia in si minore per archi, inclusa nel programma odierno, fa parte delle dodici Sinfonie per orchestra d’archi scritte da Mendelssohn fra gli undici e i quattordici anni, dal 1821 al 1823 e destinate a essere eseguite nei concerti privati che si tenevano ogni sabato sera nella sua ricca casa berlinese. Essa si distingue per la chiarezza e la scorrevolezza melodica e per la serenità spirituale, caratteristiche sin da allora della sensibilità inventiva del compositore.
La forma è perfettamente classicheggiante e la scrittura molto curata e precisa nei rapporti sonori. L’Adagio è una pagina meditativa e misuratamente cantabile, mentre l’Allegro mostra una fantasia precocemente spigliata e brillante e un taglio ritmico deciso e sicuro, davvero sorprendenti in un ragazzo non ancora adolescente, che sembra ripetere il “miracolo” mozartiano.
Concerto per violino in mi minore op.64
Destinatario di questo Concerto, assai popolare, fu un carissimo amico di Mendelssohn, il violinista Ferdinand David, che durante la lunga gestazione del lavoro (1838-44) dette più volte consigli al compositore per quanto riguardava la stesura della parte solistica, divenendone poi il magistrale interprete quando Mendelssohn stesso ne diresse la prima esecuzione il 13 marzo 1845, al Gewandhaus di Lipsia.
Il Concerto per violino op.64 deve la sua fortuna soprattutto alla fascinosa invenzione tematica e al brillantissimo rilievo della parte del solista, bilanciato dalla felicità della scrittura orchestrale. Altrettanto importanti sono però le caratteristiche formali del Concerto, in cui l’originalità di un grande protagonista della stagione romantica convive con la sicurezza costruttiva di un degno erede dei classici. Dietro l’irregolarità dei tre movimenti fatti succedere senza pause (con un breve Allegretto per collegare l’Andante al Finale) o dell’ardito ingresso del violino solista già all’inizio del primo tempo, dietro allo slancio lirico che percorre ininterrottamente l’opera quasi fondendo ogni schema formale in un’unica bruciante offerta espressiva, si rivela altresì un’attenta saggezza artigianale.
Anche proposte tematiche indimenticabili come quelle su cui è costruito il primo movimento, anche il lirismo commosso e fluente dell’Andante, nonché il virtuosismo aereo e fantastico del finale si compongono infatti in un insieme di raro equilibrio, sotto la conduzione di una mano sagace.