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INSUBRIA CHAMBER ORCHESTRA – MARINI – ALOGNA

INSUBRIA CHAMBER ORCHESTRA
GIORGIO RODOLFO MARINI, Direttore
DAVIDE ALOGNA, Violino

Dettagli evento
  • Data : 29 Novembre 2024, ore 20:45
  • Luogo : Sala Verdi – Conservatorio di MIlano, via Conservatorio 12, 20122 Milano
  • Biglietti: intero 25€, ridotto 20€

Sala Verdi – Conservatorio di Milano

Via Conservatorio, 12
Milano, 20122 Italia
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Programma

«Tra anniversari secolari…»

GIOVANNI BATTISTA VIOTTI
(nel 200° anniversario della morte)
Concerto per violino e orchestra n.4
Maestoso
Romance
Allegro

FRANCO MANNINO
(nel 100° anniversario della nascita)
Concerto per violino e orchestra n.2
Andante mosso e appassionato
Ode
Presto

PAOLO CAVALLONE
“Deux études couplées”: Haendel-Bach (prima esecuzione assoluta)
à la maniere de Haendel: Largo, Allegro.
à la maniere de Bach: Gavotte, Gigue

NINO ROTA
(nel 45° anniversario della morte)
Concerto per archi
Preludio
Scherzo
Aria
Finale

Scarica il libretto di sala

INSUBRIA CHAMBER ORCHESTRA

Denominazione rappresentativa di quel territorio transregionale e transnazionale compreso tra i grandi laghi dell’Italia nordoccidentale, nasce dall’idea di creare un gruppo di giovani strumentisti, guidati da prime parti che hanno già lavorato insieme in quintetto oltre che in prestigiose orchestre italiane, con i quali poter collaborare stabilmente al fine di realizzare quella compattezza timbrica ed esecutiva, raggiungibile solo con la continuità operativa e la condivisa visione di ricerca, utile a ottenere esecuzioni pregevoli nell’ambito di un ampio repertorio sinfonico-cameristico.

Questa genesi peculiare garantisce alla compagine una coesione non comune e un particolare stile esecutivo impreziosito dall’utilizzo di edizioni filologicamente attendibili e, ove possibile, addirittura storiche, nonché dalla presenza costante dello stesso Direttore musicale, Giorgio Rodolfo Marini, che segue in prima persona tutti i progetti delle produzioni artistiche e con cui sono state realizzate anche prime esecuzioni di importanti compositori italiani contemporanei, tra cui Davide Remigio, Andreina Costantini, Massimo Ravazzin, Roberto Molinelli.

L’Orchestra da qualche anno è ospite del “Perosi Festival” di Tortona e della rassegna “Reviviscenze Musicali”, per la quale il 30 maggio 2020 ha realizzato il primo Concerto in Italia di un’Orchestra in presenza dopo il lockdown trasmesso in diretta streaming con grande successo di visualizzazioni, dal 2022 è stabilmente presente nel cartellone milanese di “Serate Musicali” e recentemente è stata protagonista del Concerto inaugurale di “Bresciasuona” 2023. Ha collaborato con solisti tra i quali Carlo Levi Minzi, Bruno Canino, Davide Alogna, Anna Serova, Giulio Tampalini e lavora con il supporto della “Fondazione JUPITER” che promuove eventi musicali e artistici in Italia e all’estero con specifica attenzione alla Regione Lombardia della quale ha recentemente ottenuto il riconoscimento ufficiale.

Dal maggio scorso è membro della Comunità di Lavoro “Regio Insubrica” per la promozione della cooperazione e dell’integrazione transfrontaliera.

Violini IViolini IIViole
Sara Sternieri **
Matteo Andreoli
Giovanni Mirolli 
Anna Cracco 
Roberto Terranova 
Lorena Granado Guillén
Andrea Pellegrini * 
Enrico Maria Guidi
Virginia Maglio  
Chiara Dimaggio 
Nelya Kolodii
Giuseppe Miglioli *    
Letizia Ricciardi 
Federico Gerboni
Alessio Boschi 
VioloncelliContrabbassiOboi
Daniele Bogni *
Annamaria Bernadette Cristian 
Chiara Maffeis 
Marta Comunetti
Piermario Murelli *
Stefano Ghezzi 
Antonio Palumbo *
Siria Domeniconi  
ClarinettoCorni
Francesco Limardo Tommaso Ruspa *
Lorenza Cimma
*Prime Parti**Spalla

GIORGIO RODOLFO MARINI

Ha conseguito il Diploma di Laurea in Direzione d’Orchestra presso il Conservatorio Statale di Musica “Arrigo Boito” di Parma nel 1993 e si è perfezionato alla Scuola dei maggiori Maestri italiani e stranieri, tra cui Hans Priem Bergrath, Ferenc Nagy, Emil Simon ed Ervin Acel.

Ha tenuto numerosi Concerti in Italia e all’estero per varie Società Filarmoniche e importanti Istituzioni internazionali riscuotendo sempre notevole successo di pubblico e di critica. Ha diretto varie Orchestre italiane e straniere, con cui ha eseguito numerose prime assolute di compositori italiani, quali Roberto Molinelli, Andreina Costantini, Davide Remigio, Massimo Ravazzin, e collaborato con solisti di fama internazionale, quali Anna Maria Cigoli, Carlo Levi Minzi, Bruno Canino, Davide Alogna, Giulio Tampalini, Marco Chingari.

É abitualmente ospite di prestigiosi Festival e Istituzioni concertistiche, tra cui “Reviviscenze Musicali”, “Perosi Festival” di Tortona, “BresciaSuona” e ha pubblicato vari CD con la IMD Music; è attualmente Direttore musicale e artistico della Insubria Chamber Orchestra e Principale Direttore Ospite della Milano Festival Chamber Orchestra. È ospite di Serate Musicali dal 2018.

DAVIDE ALOGNA

Nato a Palermo, si diploma con il massimo dei voti sia in violino che in pianoforte presso i Conservatori di Como, Ferrara e Parigi. Ha studiato composizione con Luca Francesconi e si è perfezionato all’Accademia Chigiana di Siena con Giuliano Carmignola, che lo ha premiato con un “diploma d’onore”. Vanta importanti debutti solistici nei più importanti Teatri e Sale da concerto del mondo e collaborazioni con le più importanti Orchestre del panorama mondiale.

Si è esibito da solista e camerista con Gutman, Virsaladze, Canino, Swann, Pace, Prosseda, Braconi, Inbal, Borgonovo, Lanzillotta, Shambadal, Plano, Tampalini. Come violino solista si è esibito in teatro a fianco di Laura Morante, Claudio Santamaria, Violante Placido, Marco Bocci e Paolo Sassanelli. Tra più attivi musicisti per lo studio, la riscoperta e la diffusione del repertorio del Novecento italiano, il suo lavoro ha permesso di riportare in vita diverse opere di Respighi, Fano, Castelnuovo-Tedesco, Margola, Wolf-Ferrari attraverso prime esecuzioni nazionali e mondiali, registrazioni e pubblicazioni.

Nel 2018 è stato scelto da Curci e dal Cidim come revisore di tre Opere inedite per violino di Mario Castelnuovo-Tedesco e gli è stata affidata anche la prima registrazione mondiale di questo repertorio per Naxos. Nel 2021 è uscita per Casa Ricordi la sua revisione del Concerto per violino e orchestra in la minore P.75 di Respighi inciso per Naxos con la Chamber Orchestra of New York. Recentemente ha inciso, con la Sinfonica di Milano, tutti i Concerti per violino e orchestra di Margola in occasione dei 30 anni dalla morte.

Premiato in diversi concorsi nazionali e internazionali, tra cui il primo premio al Concorso solistico “Prix d’Interpretation Musicale” de la Citè Universitarie de Paris e l’INAEM di Spagna. Nel 2010 il Comune di Milano gli ha conferito il “Premio all’eccellenza nella Musica 2010”. È l’ideatore del “Progetto Rode” (sostenuto dal Cidim e da Suonare News) nel quale ha riunito 24 violinisti italiani nella registrazione video e poi audio dei celebri Studi, rivolta agli studenti dei Conservatori di tutto il mondo. È titolare di cattedra di violino al Conservatorio “G. Verdi” di Como. Suona un Giovanni Battista Guadagnini (Piacenza 1744) e un Anselmo Gotti (Ferrara, 1930).

PAOLO CAVALLONE

Compositore, pianista e poeta, Paolo Cavallone (Sulmona, 1975) è stato definito come “uno dei maggiori compositori di oggi, [la cui] diversità di scrittura è caratterizzata dall’apertura estetica de suoi lavori…” (Putsch). Le sue composizioni, che Italia Oggi ha definito “autentici gioielli di musica di ricerca”, sono state eseguite in tutto il mondo.        

Fra le numerose commissioni e collaborazioni ricordiamo:

Siemens Foundation, Dilijan Music Series di Los Angeles, EMA Vinci, Mitteleuropa Orchestra (MO), Orchestre National de Bretagne (ONB), Orchestra della Toscana (ORT), Ensemble Orchestral Contemporain (EOC), Stroma Ensemble, Quartetto Guadagnini, Duo Cuenca, Rohan De Saram, Roberto Fabbriciani, Magnus Andersson, Pascal Gallois, Aurélien Azan-Zielinski, Marco Guidarini, Tonino Battista, Daniel Kawka, Movses Pogossian, Tony Arnold, Aurélien Pascal, Andrea Lo Vecchio e molte altre.

In qualità di regista ha realizzato il film di animazione d’arte Magasin de métaphores. Nel 2024 è uscita la raccolta di poesie Suoni ulteriori (Gruppo Editoriale Santelli-Poetica).

Paolo Cavallone ha tenuto conferenze sulla sua musica alla Manhattan School of Music (USA), University of Pittsburgh, McMaster University di Hamilton (Canada), Conservatorio di Santa Cecilia ed in altri istituti. Le sue opere, trasmesse da Radio RAI, Radio France, Radio New Zealand, sono pubblicate da Rai Com e disponibili su dischi Tactus e Albany Records (USA).

È docente di Composizione al Conservatorio “Benedetto Marcello” di Venezia. È stato Visiting Professor di Composizione e Orchestrazione alla Victoria University di Wellington (Nuova Zealanda) e Collaboratore di Ricerca alla State University of New York (USA).


I DELIRI DELLA RAGIONE

Esistono compositori che fissano note sulla carta pensando a strutture e mondi inconoscibili e compositori che, entrando in simbiosi col proprio strumento, ne fanno una voce dell’anima. Viotti ha fatto del proprio violino un diario del suo viaggio nella musica europea dell’Illuminismo: da Torino a Parigi, fino a Londra, i suoi ventinove Concerti assorbono e filtrano tutto ciò che stava evolvendosi nei primi auditorium edificati per un pubblico pagante.

La tecnica dell’archetto si perfeziona, con lui, fino a rendere lo strumento a corda il sosia di un immaginario cantante. Osserviamo il Concerto n.4 in Re maggiore. Nel “Maestoso” iniziale, il compositore si ispira alla Ouverture “alla Francese”, giocando con lo stile tragico dei grandi musicisti fioriti alla corte del Re Sole.

Il tono di lucida parodia, divertita imitazione di forme irrigidite dal tempo, respira la confidenza nella ragione umana di un maestro iniziato dalla Massoneria parigina al culto della ragione. La “Romance” che segue è un’Aria operistica, ma screziata da un tono di danza popolare che ne fa un cimelio d’altri tempi. Viotti scherza con la Storia, quasi cercasse la via per liquidarla nelle grandi forme della Sonata classica. Il Finale, un Rondò che gira su se stesso con impertinente baldanza, comunica quel vitalismo improvvisativo tipico del solista giunto da umili origini al successo internazionale. L’arte del “minimo passaggio”, il costruire tutto da motivi elementari, lo rende un moto perpetuo di imprevedibile inventiva.

Mannino e Rota condividono la sorte di avere avuto troppo successo nella musica da film per venire considerati compositori “seri”. Il primo ebbe larga fama nella Unione Sovietica, collaborando con i massimi solisti di quell’Impero dove la musica pretendeva di essere ancora un bene per le masse. Direttore d’orchestra famoso in Canada, Mannino è un tardoromantico crespuscolare, con un piede in Schubert e l’altro – sdrucciolo, dunque, alquanto – nel maestro della finis temporis: Gustav Mahler.

Il suo catalogo sterminato è costellato di brani pensati per specifici solisti, fino a un babilonico Concerto per sei violini, due pianoforti e orchestra concepito per la famiglia Gilels al completo. Nel Concerto n.2 per violino, l’“Andante mosso e appassionato” gioca sugli echi della Salonmusik, la musica del Romanticismo strumentale, con un melodizzare alla Schumann degli ultimi tempi, pervaso dalle voci allucinatorie degli angeli, e un corrusco procedere di tortuosità care al Prokofiev in esilio parigino. La “Ode” ha la trasparenza dolorosa di un ricordo offuscato dal pianto, mentre nel “Presto” finale emerge un certo artigianato neobarocco, un’idea dell’invenzione come prassi dell’“archetto fattore”, quanto mai adatta a creare un ponte tra questo compositore aristocratico, sposo della contessa Visconti, e il misterioso, elfico Nino Rota.

Autore della Pappa col pomodoro, per Rita Pavone, e dell’oscuro, iniziatico Oratorio Mysterium, Giovanni Rota Rinaldi è un enigma. Gli si deve la massima raccolta di testi esoterici disponibile in Europa. Componeva in stato di trance, spesso dopo una visita dal veggente torinese Gustavo Rol, caro anche a Fellini. Rota è uno scriba egizio: crede che tutto sia già stato scritto, ma nessuno sia stato, finora, in grado di decifrarlo. Le molte maschere dietro le quali si nasconde un genio capace, dodicenne, già di capolavori riconosciuti, rendono improba la fatica del suo interprete. Rota esorcizza i suoi demoni invitandoli a feste popolari nel cui tumulto riesce, poi, a seminarli. Il Concerto per archi gioca sul termine “concerto” in quanto cimento, agone tra gruppi che, nel “Preludio”, sono talvolta in amorosa reciproca auscultazione, e talaltra in riottosa tensione.

L’Igor svizzero, lo Stravinskij esule, ne sarebbe stato contento. Lo “Scherzo” seguente ha qualcosa di elfico, mendelssohniano, ma una nostalgia della purezza lo fissa piuttosto nel segno di Schubert. L’“Aria” ha le movenze imbambolate della Gelsomina fellininana e viene risolta in un Finale rocambolesco, per i suoi molti incipit polistilistici poi regolarmente disattesi dagli sviluppi. Rota è un compositore che, del suo genio, non ne può più, e si diverte a farlo scapicollare gambe all’aria.

Paolo Cavallone compie un’indagine sugli obelischi dei due maestri della clarté, profeti della ragione, più grandi che l’Europa abbia mai prodotto, chiudendo così a cerchio la nostra argomentazione. La natura clastica, ma percorsa da un fuoco interiore che la illumina, quasi i nervi della Forma fossero alabastro, di questi Deux études couplées, richiamano lo spirito di una raccolta poetica di Cavallone: Suoni ulteriori.

Lo spirito del nuovo Umanesimo, sorto dalle ceneri delle Avanguardie, richiede al futuro un recupero degli archetipi da cui deriva la nostra civiltà musicale. Cavallone lo opera con quell’attitudine che porta i restauratori delle cattedrali gotiche a mostrare, sotto vetrate, gli impianti delle precedenti chiese romaniche. Sapienza, magistero e dominio di quel Contrappunto che è la mappa simbolica del cervello umano, attraversano questi due brani pervasi da una generosa utopia visionaria.

Alessandro Zignani  


«Deux études couplées è una raccolta di brani in stile barocco: alla maniera di Haendel (Largo e Allegro) e di Bach (Gavotta e Giga). Un divertissement, un esercizio di stile, ma anche un “falso d’autore”, seppure con delle “firme” esplicite di falso (come ad esempio ripetizioni “ulteriori” di figure o note fuori estensione, se ci si riferisce alla prassi compositiva dell’epoca o alle possibilità degli strumenti barocchi). Questo brano è dedicato a Francesco Zimei ed è presentato stasera, in forma integrale, in prima esecuzione assoluta».

Paolo Cavallone