con il patrocinio di Martha Argerich, Cristina Muti e Fedele Confalonieri
«LO STRUMENTO DELL’ANNO» «I GIOVANI INTERPRETI»
PROGRAMMA
JOHANN SEBASTIAN BACH (1685 – 1750)
Partita n.3 in mi maggiore per violino solo BWV 1006
Preludio
Loure
Gavotte en rondeau
Menuet I
Menuet II
Bourrée
Gigue
COLERIDGE-TAYLOR PERKINSON (1932 – 2004)
Blue/s Forms (1972)
Plain Blue/s
Just Blue/s
Jettin’ Blue/s
DAVID LANG (1957)
Da “Mystery Sonatas”: n.3 Before Sorrow (2014)
EUGÈNE YSAŸE (1858 – 1931)
Sonata n.3 in re minore per violino solo op.27 (dedicata a George Enescu)
Ballade
JOHANN SEBASTIAN BACH
Partita n.2 in re minore per violino solo BWV 1004
Allemande
Courante
Sarabande
Gigue
Chaconne
Noto per la tecnica fenomenale, le interpretazioni profonde e coinvolgenti e la tonalità suggestiva, si esibisce di continuo in tutto il mondo.
Ha collaborato con tutte le principali orchestre americane, oltre che con i Berliner Philharmoniker, l’Orchestra del Concertgebouw, la Symphonieorchester des Bayerischen Rundfunks, l’Orchestre National de France, la London Philharmonic Orchestra, la NHK Symphony Orchestra di Tokyo e molte altre. Nel 2023 ha tenuto concerti per i BBC Proms, ad Aspen, La Jolla, Verbier, Tsinandali, Bucarest e Salisburgo, dove ha debuttato con i Wiener Philharmoniker; un altro evento è stato la sua ‘residenza’ al Konzerthaus di Berlino.
Per l’apertura della stagione 2023/24, ha effettuato la prima esecuzione tedesca del Concerto per violino di Donnacha Dennehy, composto per lui, con il Konzerthausorchester Berlin nell’ambito del Musikfest di Berlino. È solista nei concerti di apertura della stagione dell’Orchestre National de France, dell’Orchestra Filarmonica Ceca di alcune grandi Orchestre d’Europa (Santa Cecilia, Staatskapelle Dresden…) e d’America (Los Angeles, Cleveland, San Francisco,Vancouver…).
In Asia è ospite della NHK Symphony Orchestra, della Filarmonica di Taiwan e della Filarmonica di Seoul. Oltre agli impegni con orchestra, tiene recital in Italia, Germania e Stati Uniti.
Una registrazione dei 24 Capricci di Paganini è stata pubblicata da Warner Classics nel 2018, dopo aver siglato un accordo di esclusiva discografica, a cui ha fatto seguito, nel 2019, un secondo album contenente i Concerti di Brahms e Ligeti.
Ha ricevuto un GRAMMY Award per la registrazione del Concerto per violino ‘L’Arbre des songes’ di Dutilleux e un Opus Klassik Award nel 2021 per ‘Bohemian Tales’, con il Concerto per violino di Dvořák, registrato con la Symphonieorchester des Bayerischen Rundfunks. Anche la sua registrazione delle Sonate e Partite di Bach è stata nominata ai GRAMMY. La sua ultima registrazione, “Recuerdos”, insieme alla WDR Sinfonieorchester, è dedicata a opere di Britten, Prokofiev e Sarasate.
Di cittadinanza americana e tedesca, è nato in Italia da genitori tedeschi. Ha studiato con Joel Smirnoff alla Juilliard School di New York.
Ha vinto l’International Violin Competition di Indianapolis, un Avery Fisher Career Grant a New York, una borsa di studio del Borletti-Buitoni Trust nel Regno Unito, un dottorato onorario dalla University of Exeter sempre nel Regno Unito ed è stato votato ‘Strumentista dell’anno’ dalla rivista Musical America.
Dal 2021 è Professore presso la Facoltà di Violino della Yale School of Music presso la Yale University.
Suona un violino Giuseppe Guarneri del Gesù del 1744, noto come ‘Leduc, ex Szeryng’, su gentile concessione del Tarisio Trust.
Il concerto di questa sera rappresenta il Suo debutto milanese.
JOHANN SEBASTIAN BACH – Partita n.3 in mi maggiore per violino solo BWV 1006
La Partita in mi maggiore fu composta a Cöthen verso il 1720, in un periodo cioè particolarmente fecondo per Bach, almeno per quanto riguarda la musica strumentale. Questi brani ci sono giunti attraverso un manoscritto originale o dello stesso Bach o della moglie Anna Magdalena, ritrovato fortunosamente a San Pietroburgo dal collezionista di autografi bachiani Georg Pölchau. La stessa Anna Magdalena ci ha lasciato poi una copia di questi pezzi riuniti in un solo quaderno con le Sonate per violoncello che si fregia del seguente titolo: «Violino solo: senza Basso. Composée par Sr. Jean Seb. Bach Maître de la Chapelle et directeur de la musica a Leipzig. Écrite par Madame Bachen, son Epouse». Gli stessi brani furono editi per la prima volta da Simrock a Bonn nel 1802 e poi nel 1854 presso Breitkopf a cura di Robert Schumann che vi aggiunse un accompagnamento per pianoforte.
La Partita n.3 inizia con il Preludio, elaborato dallo stesso Bach per orchestra come sinfonia della Cantata Herr Gott, Beherrscher aller Dinge (BWV 120a). É una pagina severa, solenne e fortemente marcata nel ritmo. Segue la prima delle sei Danze della Partita recante il nome di Loure, la cui parola sta a indicare l’antica cornamusa normanna (ludr o luur): il suo ritmo nobile e dignitoso è in sei quarti. La Gavotta e Rondò è una specie di danza che trae il suo nome dai gavots, montanari del Delfinato francese. Il suo ritmo binario snello e leggero diede vita nel XVIII secolo a una elegante danza di corte e di società, eseguita con riverenze molto cerimoniose. Seguono due Minuetti, di cui il secondo funge da Trio: anche questa danza è di origine francese e il suo nome le viene dal modo di ballarla con passi minuti (pas-menu). Francese è anche la Bourrée, nata nell’Auvergne, di forma binaria, dattilica e di carattere giocondo, a tratti sfiorata da una leggera mestizia. La Giga, posta a chiusura della Partita, è invece di origine britannica e più precisamente celtica: Jegg in scozzese, Geige in tedesco, Gigot in francese, Gigue in inglese, che stanno a indicare l’antico giambone (gigot, appunto, in francese) trasformato poi in violino. La Giga ha un ritmo spigliato e brioso, rapidissimo.
COLERIDGE-TAYLOR PERKINSON – Blue/s Forms (1972)
Coleridge-Taylor Perkinson ha composto opere classiche, ma ha anche lavorato come pianista jazz e ha scritto colonne sonore per film e arrangiamenti pop per artisti come Marvin Gaye e Harry Belafonte. La sua musica da concerto fonde il contrappunto barocco e l’espressione del repertorio romantico con elementi di blues, jazz e spiritual, in un suono sorprendentemente contemporaneo.
Blue/s Forms (1972) per violino solo è dedicato a Sanford Allen, il primo violinista afroamericano a suonare nella New York Philharmonic. Il brano prende spunto dai capolavori per violino solo di Bach e Paganini mentre suona in forme e progressioni blues. Ha un primo movimento oscillante e con doppia interruzione “Plain Blue/s”, un secondo movimento lirico “Just Blue/s” e un Finale allegro e scherzoso “Jettin’ Blue/s”.
DAVID LANG – Da “Mystery Sonatas”: n.3 Before Sorrow (2014)
Lang ha basato le sue Mystery Sonatas sui famosi brani di Heinrich Ignaz Franz von Biber (violinista e compositore austriaco, 1644-1704), ma con un tocco moderno. «Ho deciso di creare i miei pezzi virtuosistici sui miei pensieri più intimi e spirituali», spiega, «[ma] i miei non riguardano Gesù e il violino non viene riaccordato tra un movimento e l’altro. Ho mantenuto una delle distinzioni di Biber. Divide la vita di Gesù in tre fasi: quella gioiosa, quella dolorosa e quella gloriosa. I pezzi centrali delle mie Mystery Sonatas si chiamano ‘gioia’, ‘dolore’ e ‘gloria’, ma questi sono tutti stati dell’essere tranquilli, interni e riflessivi».
EUGÈNE YSAŸE – Sonata n.3 in re minore per violino solo op. 27
La Sonata n.3 in re minore, dal titolo e dal carattere di Ballade, è in un solo movimento e ha i caratteri di Capriccio-Cadenza polifonica con analogie tematiche e di esecuzione. Oscilla fra larga cantabilità tardoromantica e bachiane movimentate scorribande. Rivela un’inquietudine (anche un eclettismo) con cui l’autore dice la sua nel rinnovamento musicale e strumentale francese tra fine Ottocento e primo Novecento. Mostra scarti d’umore che danno luogo a quattro episodi contrastanti (sono indicati in partitura), senza che però questo comprometta la globale compattezza di un brano da eseguirsi «con un solo, ampio fiato».
JOHANN SEBASTIAN BACH – Partita n.2 in re minore per violino solo BWV1004
La Partita n.2 in re minore BWV1004 si apre con una Allemanda, danza di origine tedesca e dal ritmo moderato. Segue la Corrente, che invece è una danza di origine francese e trae il nome dalla vivacità del suo movimento. Viene poi la Sarabanda, di origine arabo-moresca o turco-iraniana, anche se la leggenda vuole che abbia avuto il nome da una donna sivigliana chiamata Sara, mentre è più probabile che si richiami alla parola Saras, che significa appunto danza, di tono grave e solenne, ballata nel XVI secolo dalle donne fastosamente vestite. Ed eccoci alla celeberrima Ciaccona che chiude la Partita in re minore. Si ritiene che la Ciaccona sia di provenienza spagnola, ma in effetti è ritenuta una danza di meticci importata dall’America centrale verso la fine del Cinquecento. La Ciaccona bachiana prende avvio da un tema di otto battute e prosegue con un corale di trentadue variazioni, in una entusiasmante progressione ritmica. È una delle pagine più universalmente esaltate della musica strumentale, ricca delle più ardite figurazioni del virtuosismo violinistico. Va ricordato che della Ciaccona per violino solo esistono trascrizioni per pianoforte fatte da Brahms e da Busoni, il quale impresse alla sua rivisitazione bachiana un respiro possente e di grande tensione trascendentale.