con il patrocinio di Martha Argerich, Cristina Muti e Fedele Confalonieri
DMITRIJ DMITRIEVIČ ŠOSTAKOVIČ (1906 – 1975)
Sonata per pianoforte n.2 in si minore op.61
Allegretto
Largo
Moderato (con moto). Allegretto con moto. Adagio. Moderato
JOHANNES BRAHMS (1833 – 1897)
Sei pezzi (Klavierstücke) per pianoforte op.118
Intermezzo – Allegro non assai, ma molto appassionato (la minore)
Intermezzo – Andante teneramente (la maggiore)
Ballata – Allegro energico (sol minore)
Intermezzo – Allegretto un poco agitato (fa minore)
Romanza – Andante (fa maggiore)
Intermezzo – Andante, largo e mesto (mi bemolle minore)
MODEST MUSORGSKIJ (1839 – 1881)
Quadri di un’esposizione
Promenade – Allegro giusto, nel modo russico; senza allegrezza, ma poco
sostenuto
La grande porta di Kiev – Allegro alla breve. Maestoso. Con grandezza
Gnomus – Sempre vivo
Promenade – Moderato commodo e con delicatezza
Il vecchio castello – Andante
Promenade – Moderato non tanto, pesante
Tuileries (Dispute d’enfants après jeux) – Allegretto non troppo, capriccioso
Bydlo – Sempre moderato pesante
Promenade – Tranquillo
Balletto dei pulcini nei loro gusci – Scherzino. Vivo leggiero
Samuel Goldenberg und Schmuyle – Andante
Limoges: Le marché – Allegretto vivo sempre scherzando
Catacombae: Sepulchrum Romanum – Largo
La cabane sur des pattes de poule – Allegro con brio, feroce
Nato a Londra nel 1977, ha debuttato a otto anni con la Royal Philharmonic Orchestra, con cui ha tuttora uno stretto legame e con cui ha suonato e diretto il ciclo completo dei Concerti per pianoforte di Beethoven nei più importanti teatri del Regno Unito.
Kempf ha acquisito fama nazionale nel 1992, vincendo il Concorso della BBC come Giovane Musicista dell’Anno. É stato però il suo Terzo Premio al Concorso Ciaikovski di Mosca nel 1998 a lanciarlo rapidamente anche a livello internazionale. Il fatto che non gli fosse stato assegnato il Primo Premio infatti suscitò le proteste del pubblico ed ebbe ampio spazio sulla stampa russa, che lo proclamò “Eroe del Concorso”. Da allora la sua carriera è andata crescendo fino ai suoi recenti successi con la Royal Philharmonic Orchestra come solista e direttore, con la Filarmonica di San Pietroburgo e l’Orchestra Sinfonica della Corea.
La scorsa stagione ha più volte suonato e diretto anche in una tournée con la Kyusyu Symphony Orchestra in Giappone e in un’altra con l’Orchestra Sinfonia della Nuova Zelanda. É poi tornato a suonare con la City of Birmingham Symphony Orchestra, con la Royal Philharmonic, con la Filarmonica di Dresda e con la Royal Northern Sinfonia.
Ha collaborato con Sir Andrew Davis, Kurt Sanderling, Daniele Gatti, Matthias Bämert, Charles Dutoit, Vassili Petrenko, Riccardo Chailly, Yuri Temirkanov, Gunther Herbig, Ivor Bolton, Wolfgang Sawallisch, Vladimir Ashkenazy, Jiri Belohlavek, Neeme Jaarvi, Daniel Krivine, Thomas Dausgaard e Mikhail Jurowski.
È apparso in recital nelle più importanti Sale del mondo.
Incide in esclusiva per la BIS Records. La sua incisione più recente è dedicata a Schumann.
Nel 2010 ha partecipato alla registrazione del nuovo lavoro di Tolga Kashif “Genesis Symphony” con la London Symphony Orchestra e ha inciso i Concerti per pianoforte n.2 e n.3 di Prokofiev con la Bergen Philharmonic Orchestra e Andrew Litton. Questo CD è stato tra i finalisti del “Gramophone Concerto Award”. Questa collaborazione è proseguita con una registrazione di Opere per pianoforte e orchestra di Gershwin nel 2012. La sua incisione per pianoforte solo – del 2011 – dedicata a Rachmaninov, Bach/ Busoni, Ravel e Stravinsky, ha ricevuto entusiastici riconoscimenti dalla critica.
Scoperto per l’Italia da Serate Musicali, ne è ospite in ogni stagione dal 1998.
Sonata per pianoforte n.2 in si minore op.61
Concepita all’annuncio della morte di Leonid Nikolayev, professore al Conservatorio di Leningrado e insegnante preferito di Shostakovich, a cui è dedicata (l’ispirazione all’autore venne alla notizia della morte l’11 ottobre 1942), la Sonata venne ultimata nel marzo 1943, tra le due Sinfonie “di guerra”, la leggendaria “Leningrado” e l’Ottava (considerata l’opera più tragica del compositore), per cui per molto tempo non venne presa in considerazione né dai critici né dagli esecutori.
L’opera invece merita di occupare un posto rilevante nell’ambito sia della produzione di Shostakovich che dell’evoluzione totale del suo stile personale, in quanto mostra per la prima volta alcune caratteristiche stilistiche che verranno sviluppate più tardi, come “l’interazione tra i generi”, cioè l’influenza di altri generi sulla Sonata, come le influenze sinfoniche che apportano sviluppi drastici e drammatici e imitazioni timbriche e strutturali di grande respiro. L’influenza della musica da film è presente nelle funzioni illustrative di alcune sezioni, nei rapidi passaggi ed episodi contrastanti, nonché nell’utilizzo di forme popolari come la marcia, che portano a creare “effetti”, come nel cinema; inoltre appare per la prima volta il cosiddetto “linguaggio esopico”, cioè indiretto, mediato (definizione di Lenin).
Benché Shostakovich fosse un eccellente pianista, non era però un compositore per il pianoforte; prediligeva come forme di espressione la Sinfonia e il Quartetto d’archi; difatti la maggior parte della sua produzione pianistica consiste in “miniature”, con l’eccezione della monumentale raccolta dei 24 Preludi e Fughe op.87 e delle due Sonate op.61. La n.1, del 1926, appartiene al primo periodo ed è un lavoro in un solo movimento, grandemente influenzato dal linguaggio di Stravinsky e Prokofiev. La Sonata n.2, che ascoltiamo questa sera, appartiene all’inizio del “periodo di mezzo”, un periodo di rapida maturità nello stile del compositore e rimane l’unica sua Sonata per pianoforte a più movimenti.
Sei pezzi (Klavierstücke) per pianoforte op.118
Giunto sulla soglia dei sessant’anni, mentre il diciannovesimo secolo si avvia alla conclusione, Brahms sente approssimarsi la fine. I 13 Klavierstücke che compongono le opere 117, 118 e 119, composti tutti tra il 1892 e il 1893, potrebbero essere letti come l’espressione di questa consapevolezza. Nella maggior parte dei casi questi brevi brani (10 dei quali portano il titolo di Intermezzo) sono venati da una dolce tristezza che però non sfocia mai in un’incontrollata disperazione, ma che viene espressa sommessamente da un canto intensamente nostalgico.
Dopo lo slancio del breve Intermezzo in la minore di apertura (Allegro non assai, ma molto appassionato), l’opera 118 raggiunge subito un momento di altissimo e struggente lirismo con l’Intermezzo in la maggiore (Andante teneramente). L’impetuoso esordio della Ballata in sol minore (Allegro energico) che segue sembrerebbe far mutare radicalmente atmosfera, ma un ampio episodio centrale ridimensiona l’effetto complessivo del brano. L’Intermezzo in fa minore (Allegretto un poco agitato), in cui compaiono parole come «dolce» e «delicatamente» e una dai toni intensamente idilliaci, la Romanza in fa maggiore (Andante-Allegretto grazioso-Tempo I), preparano la strada allo sconvolgente Intermezzo in mi bemolle minore conclusivo (Andante, largo e mesto): pagina arcana dai toni plumbei, considerata dall’autore una sorta di Requiem, che porta idealmente questo brano ben oltre le atmosfere dei 3 Intermezzi op.117, definiti da Brahms «ninna-nanna dei miei dolori», alle soglie di quello stato d’animo che sarebbe presto stato espresso esplicitamente nel titolo della sua ultima composizione: O Welt, ich muss dich lassen (Oh mondo, devo lasciarti).
Quadri di un’esposizione
I Quadri di un’esposizione furono terminati il 22 giugno del 1874. Il motivo che ne determinò la creazione fu, come è spiegato in una annotazione posta sulla prima pagina dell’edizione originale, la mostra di acquarelli e disegni del pittore Victor Hartmann, scomparso nel 1874 e ottimo amico del compositore.
Dieci pezzi, ognuno dei quali porta il titolo originale del quadro che lo ha ispirato, preceduto da una introduzione detta “Passeggiata”, che si ripete spesso fra l’uno e l’altro episodio con variazioni di tonalità e mutamenti di colorito armonico. Con questi interludi l’autore ha voluto descrivere se stesso mentre si aggira nelle sale dell’esposizione; ora lentamente e quasi assorto, ora frettoloso perché attratto da un quadro che suscita maggiormente il suo interesse, talvolta rallentando l’andatura con il pensiero mesto rivolto all’amico morto.
I “quadri” si susseguono nell’ordine seguente: Passeggiata (Allegro giusto, nel modo rustico, senza allegrezza, ma poco sostenuto) – 1) Gnomus (Vivo – Poco meno mosso, pesante – Vivo) descrive un nano dalle gambe storte che allunga goffamente i passi: l’andatura grottesca è sottolineata efficacemente con movimenti ora striscianti, ora saltellanti – Passeggiata (Moderato, comodo assai e con delicatezza) – 2) Il vecchio castello (Andante, molto cantabile e con dolore) di stile medioevale davanti al quale un trovatore intona una canzone molto triste – Passeggiata (Moderato non tanto, pesante) – 3) Tuileries (Allegretto non troppo, capriccioso): un viale del giardino delle Tuileries a Parigi animato da un gruppo di bambini con le loro governanti.
È una pittura musicale delicatamente fresca, tra il gioioso rincorrersi dei ragazzi e gli affettuosi richiami delle balie – 4) Bydlo (Sempre moderato, pesante) è un carro polacco dalle ruote enormi trainato dai buoi. I bassi sottolineano con fragore il procedere del pesante veicolo, mentre un tema di canzone popolare intonato dal guidatore del carro si espande gagliardamente nell’aria – Passeggiata (Tranquillo) – 5) Balletto di pulcini nei loro gusci (Vivo, leggero): grazioso scherzo di elegante fattura – 6) Samuel Goldenberg e Schmuyle (Andante) è una divertente caricatura su due ebrei polacchi, l’uno ricco e l’altro povero.
Due melodie ebraiche si rispondono e si scontrano fra di loro: la prima grave e solenne, l’altra vivace, saltellante e supplichevole raffigurano plasticamente i due personaggi, dei quali uno dall’aspetto massiccio, procede con lentezza come un grosso cane di razza, mentre l’altro, dal corpo esile, si muove e si nasconde come un cagnolino, senza perdere mai di vista il primo. In questa pagina si rivela l’abilità di Musorgskij nel rendere con pochi tratti la psicologia umana attraverso l’essenzialità del discorso sonoro.
A questo punto viene accennato di nuovo il tema della “Passeggiata”, ma spesso è omesso dagli esecutori e dai trascrittori – 7) II mercato di Limoges (Allegretto vivo, sempre scherzando) rappresenta il frizzante cicaleccio delle donne che chiacchierano animatamente sulla piazza – 8) Catacombe ovvero Sepulcrum romanum (Largo – Andante non troppo con lamento): qui Hartmann aveva disegnato se stesso intento a visitare l’interno delle catacombe di Parigi alla luce d’una lanterna.
Nel manoscritto originale Musorgskij scrisse sopra l’Andante: «Cum mortuis in lingua mortua» e poi in russo: «Lo spirito creatore del morto Hartmann mi guida verso i crani e li interroga; i crani si illuminano internamente di un dolce chiarore». Una successione di accordi, ora pianissimi ora fortissimi, si sviluppa su una derivazione ritmica della frase della “Passeggiata” – 9) La capanna di Baba-Yaga (Allegro con brio, feroce – Andante mosso – Allegro molto): è un quadro di straordinario splendore ritmico e descrittivo di un orologio da piazza a forma di capanna della popolare strega della leggenda russa Baba-Yaga, poggiante su zampe di gallina – 10) La grande porta di Kiev (Maestoso. Con ricchezza) rievoca con accordi solenni e maestosi (solo due brevi incisi pensosi sull’amico scomparso) l’ingresso dell’antica fortezza slava della capitale ucraina, Kiev, con le sue imponenti torri e le pesanti campane di bronzo suonate a distesa.