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E. D’MELON – A. CARCANO

Violinista ELLINOR D’MELON
Pianista ANDREA CARCANO

Dettagli evento
  • Data : 28 Ottobre 2024, ore 20:45
  • Luogo : Sala Verdi – Conservatorio di MIlano, via Conservatorio 12, 20122 Milano
  • Biglietti: intero 20€, ridotto 15€
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Sala Verdi – Conservatorio di Milano

Via Conservatorio, 12
Milano, 20122 Italia
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Programma

WOLFGANG AMADEUS MOZART (1756 – 1791)
Sonata n.27 in sol maggiore per violino e pianoforte KV 379
Adagio et Allegro
Tema con sei Variazioni. Andantino cantabile

JOHANNES BRAHMS (1833 – 1897)
Sonata n.2 in la maggiore per violino e pianoforte op.100
Allegro amabile
Andante tranquillo. Vivace. Andante. Vivace di più
Allegretto grazioso quasi Andante

AMY BEACH (1867 – 1944)
Romanza in la maggiore per violino e pianoforte op.23

PABLO DE SARASATE (1844 – 1908)
Zigeunerweisen (Zingaresca) per violino e pianoforte op.20
Moderato
Lento
Un peu plus lent
Allegro molto vivace

Fantasia da concerto sulla Carmen op.25
(versione per violino e pianoforte)
Introduzione: Allegro moderato
Moderato
Lento assai
Allegro moderato
Moderato


ELLINOR D’MELON

Nata da genitori cubani in Giamaica, ha iniziato lo studio del violino a due anni. È vincitrice di importanti Concorsi tra cui l’“Henryk Wieniawski” (1° Premio), il “Debut Berlin” (1° Premio) e il “Novosibirsk” (1° Premio e Premi Speciali).

Il suo album di debutto, “Tchaikovsky and Lalo”, con Jaime Martín e la RTÉ National Symphony Orchestra è stato pubblicato a marzo 2023 per Rubicon Classics.

Con Royal Philharmonic Orchestra, RTÉ National Symphony Orchestra, Mariinsky Theatre Orchestra, St. Petersburg Philharmonic, Gävle Symphony Orchestra, I Virtuosi di Mosca, Orquestra de Cadaqués, Real Filharmonía de Galicia, Orquesta Sinfónica de Navarra e Sofia Philharmonic, ha suonato nelle più importanti sale da concerto tra cui: Philharmonie di Berlino, Concert Hall del Teatro Mariinskij, Auditorio Nacional de Madrid, Concertgebouw di Amsterdam, Philharmonie di Colonia, Tonhalle di Zurigo, a fianco di Zubin Mehta, Vladimir Spivakov, Jaime Martin, Michail Jurowski, James Feddeck, Jan Latham Koenig, etc…

Recenti e futuri impegni includono debutti con BBC National Orchestra of Wales, Manchester Camerata, Royal Philharmonic Orchestra, Orquesta Sinfónica del Principado de Asturias (sostituendo Hilary Hahn), Orquesta y Coro Nacionales de España, Orquesta Sinfónica de Castilla y León (sostituendo James Ehnes), etc…

Ha debuttato alla Royal Albert Hall e ha partecipato ai Festival di Marlboro, Verbier, Gstaad, Kronberg, Ravinia, Schlesswig-Holstein, Musical Olympus, Interlaken Classics e Wieniawski.

Ha eseguito il Concerto per due violini di J.S.Bach con Anne-Sophie Mutter e ha tenuto concerti da camera con artisti quali Midori, Isserlis, Tetzlaff, Kashkashian, Polo e Say.

Laureata presso la Scuola di Musica Reina Sofia nel 2024 e beneficiaria della Borsa di Studio “Helena Revoredo”, nel 2021 ha ricevuto il premio “The Most Outstanding Student” per il dipartimento di violino, onorificenza conferitale personalmente dalla Regina di Spagna.

Suona un violino Giovanni Battista Guadagnini del 1743, su gentile concessione di un donatore anonimo di Londra.


ANDREA CARCANO

Ha studiato con Bruno Canino; ha tenuto concerti in Italia e all’Estero nei più importanti Teatri e Sale da Concerto quali: Teatro alla Scala di Milano, Auditorium Arvedi Cremona, Parco della Musica di Roma, Carnegie Hall di New York, Severance Hall di Cleveland, Art Theater di Dubai, con una tournée negli USA che lo ha portato nelle città di Cincinnati, Baltimora e Houston.

Ha partecipato a importanti Festival in Svizzera, tra i quali il Longlake di Lugano. Ha suonato con i Cameristi della Scala in Tunisia presso l’Anfiteatro di El Jem e nel 2019 ha debuttato a San Pietroburgo. Dei molti artisti con i quali ha collaborato citiamo: Francesco De Angelis, Davide Formisano, Franco Maggio Ormezowsky, Edgar Moreau, Suzanne Ramon.

Ha inciso CD con musiche di Bach, Beethoven, Liszt, Godowsky, Mendelssohn, Harsany, Francaix e trascrizioni bachiane di Busoni (Variazioni Goldberg) Friedman e Szanto, per Bottega Discantica e Acam Recordin.

Le sue più recenti pubblicazioni discografiche sono dedicate alle Sei Sonate per N. Esterhazy di Haydn e alle Sonate n.4, n.8 e n.10 di Boris Tischenko (Da Vinci Publishing).

Corroborato e decisivo l’approfondimento di Opere per pianoforte di autori del nostro tempo come Sorabji, Feldman, Rihm, Benjamin, Larcher. Lo scorso anno ha eseguito la Sonatan.8 op.84 dalle “Sonate di guerra” di Prokofiev, completando la Trilogia.

Sul suo canale YouTube (@andreacarcano3626) sono presenti “Omaggi a Busoni”, nel centenario della morte e la Prima serie di “Sonaten für Kenner und Liebhaber” di C.P.E. Bach.

Come solista ha eseguito i Concerti di Shostakovich (con OFVG), Cage (Orchestra Laboratorio di Alessandria), Mozart, Beethoven, Czerny (con ACAM), Francaix (con OFV).

Docente di ruolo dal 1995 di pianoforte, è titolare di cattedra al Conservatorio “G. Verdi” di Milano.


WOLFGANG AMADEUS MOZART

Sonata n.27 in sol maggiore per violino e pianoforte KV 379

La Sonata in sol maggiore K.379 si apre con un Adagio dall’espressione nobile e grandiosa, indicata prima dal pianoforte e poi ripresa dal violino. Ha il tono di un Preludio introduttivo quanto mai vario nel gioco delle modulazioni fra i due strumenti, che passano dal do maggiore al sol minore.

Ed ecco quindi il tema dell’Allegro, esposto dal pianoforte e rilanciato dal violino: lo strumento a tastiera disegna una linea energica e volitiva intrecciando un dialogo sostenuto e robusto con il violino, tra imitazioni e figurazioni brillanti. L’Andantino cantabile è formato da cinque Variazioni, più la ripetizione del Tema in tempo Allegretto e la chiusura con una Coda dalle sonorità dolcemente sfumate.

La prima Variazione è affidata al pianoforte; la seconda al violino, che dispiega particolare energia nella terza; la quarta Variazione in sol minore è molto appassionata, mentre l’Adagio della quinta, sorretta dai pizzicati del violino, si richiama allo stile iniziale della Sonata, secondo quel virtuosismo espressivo che è tipico della fantasia creatrice di Mozart.

JOHANNES BRAHMS

Sonata n.2 in la maggiore per violino e pianoforte op.100

La Sonata op.100 in la maggiore, detta anche Thuner-Sonate per essere stata composta nell’estate del 1886 tra le montagne svizzere di Thun, ebbe il suo battesimo d’arte a Vienna il 2 dicembre dello stesso anno in una esecuzione con il violinista Hellmesberger e lo stesso Brahms al pianoforte.

La composizione venne pubblicata l’anno successivo a Berlino dopo che erano apparsi altri importanti lavori di Brahms, come l’Akademische Festouvertüre e la Tragische Ouvertüre, la Terza e la Quarta Sinfonia e il Secondo Concerto in si bemolle maggiore op.83. La Sonata op.100 appartiene al Brahms intimistico, dall’amabilità colloquiale e dalla delicata tenerezza lirica. In essa spira, come è stato detto, quel liederismo nostalgico e sentimentale che è una delle componenti del Romanticismo tedesco e si riallaccia all’esperienza schubertiana e mendelssohniana.

Non per nulla nel primo tempo della Sonata si possono cogliere citazioni di Lieder brahmsiani, come “Wie Melodien zieht es mir leise durch den Sinn” (Come melodia qualcosa passa lieve per la mente) e “Komm’ bald” (Vieni presto), che è l’inciso finale del Lied “Immer leiser wird mein Schlummer” (Sempre più leggero è il mio sonno). Inoltre, l’attacco della Sonata fa pensare al tema del Preis-Lied (Canto della gara) del wagneriano Meistersinger von Nürnberg, anche se con una trasposizione di note (dal do maggiore al la maggiore) e soltanto per un breve richiamo armonico. Per il resto il primo tempo (Allegro amabile) si snoda con estrema morbidezza di accenti nel rapporto sempre ben stretto tra violino e pianoforte, in cui, oltre a un richiamo ricorrente al Preis-Lied e a un procedimento cantabile, si profila una vivace coda ritmica.

L’Andante in fa maggiore si apre con una dolce melodia del violino e si articola in due Variazioni, di cui la seconda dalla tessitura più leggera rispetto alla prima. Il Finale (Allegretto grazioso) in fa maggiore mantiene dapprima una linea pensosa e severa, ma poi acquista più agilità e brillantezza in un gioco di sonorità eleganti e spumeggianti.

Sono due momenti psicologici intrecciati e intersecati fra di loro in un clima di Rondò, di disincantata Stimmung tardo-romantica. Non a caso Brahms, non solo quello cameristico, viene considerato sotto il profilo formale l’ultimo epigono di Beethoven, anche se nella sua arte non trova posto l’esaltazione della volontà di lotta nella vita come elemento dialettico e drammatico, che sta invece alla base del pensiero e dell’estetica del creatore della Missa solemnis.

AMY BEACH

Romanza in la maggiore per violino e pianoforte op.23

Amy Beach, compositrice e pianista dal talento prodigioso, si afferma negli ambienti musicali sfidando le convenzioni sociali del suo tempo. Nata Amy Marcy Cheney, debutta come pianista all’età di 16 anni. Sposata con un eminente chirurgo di Boston, più anziano di lei di 25 anni, si fa conoscere negli ambienti musicali come Mrs. HHA Beach, le iniziali di suo marito.

La Romanza in la maggiore per violino e pianoforte è la sua prima composizione per questa formazione strumentale; l’opera risale al 1893 e viene eseguita assieme alla famosa violinista Maud Powell, cui è dedicata, nel corso dell’Esposizione Mondiale di Chicago di quello stesso anno. La composizione, sviluppata in tre sezioni con indicazione di tempo “Andante espressivo”, ha carattere appassionato, avvincente; non mancano passaggi delicati che affascinano l’ascoltatore.

Il brano inizia con una breve introduzione del pianoforte; il violino espone il tema principale mentre il pianoforte accompagna con figure sincopate e contro-melodie. La sezione contrale è più animata; il violino suona un nuovo tema a ritmi puntati. I due temi si alternano, il pianoforte accompagna con accordi non legati e poi con terzine. La conclusione è tranquilla.

PABLO DE SARASATE

Zigeunerweisen (Zingaresca) per violino e pianoforte op.20

Pablo Martín Melitón de Sarasate y Nevascués, violinista e compositore spagnolo, fu avviato alla musica dal padre e proseguì gli studi con Coutier e Saez, manifestando, precocemente, doti spiccatissime. Studiò a Madrid e a Parigi dove nel 1856 fu ammesso al Conservatorio divenendo l’allievo di Jean – Delphine Alard per lo studio del violino e di Henri Reber per la composizione. Fu, insieme a Wieniawsky, uno dei due grandi virtuosi del violino post-paganiniani.

Nel 1861, a soli 17 anni, intraprese un’importante tournée europea che lo fece conoscere al pubblico internazionale, permettendogli l’inizio di una carriera straordinaria che gli valse il successo in ogni parte del mondo. Nel 1875 Edouard Lalo gli dedicò la Symphonie espagnole e, poco più tardi, Max Bruch la Schottische Phantasie.

Sarasate aveva un repertorio brillante, composto di Capricci, Parafrasi, Danze e attingeva da temi popolari che rielaborava. Inoltre, le sue doti di grande comunicatore, unite a una straordinaria padronanza tecnica, concorsero alla sua fama che divenne presto universale. Si avvaleva, per i suoi concerti, di due Stradivari del 1711 e del 1724.

Come compositore scrisse opere funzionali al violino che sono ancor oggi presenti nel repertorio dei violinisti tra cui 3 Jotas; Caprice basque; Zigeunerweisen op.20; Danzas españolas op.21, op.22, op.23, op.26; Fantasia da concerto sulla Carmen op.25; Serenata andalusa op.28; Il canto dell’usignolo op.29 e Introduzione e Tarantella op.43.

Con Ziguenerweisen Sarasate ha indagato le possibilità timbriche e virtuosistiche dello strumento in tutta la sua estensione. Si va così dal canto, appassionato sulla quarta corda o commosso nelle corde doppie, al dialogo fra suoni naturali e suoni armonici o pizzicati con la mano sinistra, attinti dal repertorio paganiniano. Il tutto secondo il «colore» della malinconia e dello struggimento propriamente gitani e con il finale di vorticose, stringenti pirotecnie.

Fantasia da concerto sulla Carmen op.25 (versione per violino e pianoforte)

Come la “Fantasia da concerto” sul Don Giovanni di Mozart o sul Faust di Gounod, anche quella sulla Carmen di Bizet si rifà alla tradizione lisztiana della Parafrasi e della Fantasia su brani d’opera e alla Variazione da concerto di Paganini, dalla cui lezione violinistica il virtuosismo di Sarasate discende.

La rassegna dei più amati luoghi teatrali mescola proposizione tematica e disegno variato, concilia cantabilità e scrittura trascendentale come due facce della stessa medaglia e dà luogo a un divertissement tutto affidato alla bravura dell’interprete.

La Fantasia da Concerto su Carmen op.25 prende il via, folcloricamente e con vivissimo senso dei colori violinistici, dall’ultimo Entr’acte e passa quindi in rassegna alcune celebri pagine della protagonista: dal I atto la Habanera “L’amour est un oiseau rebelle”, le Chansons “tra la la la…” e “Près des remparts de Séville”, mentre, dal II atto, la Chanson “Les tringles des sistes tintaient”, parafrasata dal violino con agili e brillanti movenze.