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Recensione del concerto del 28 03 2022

Giuseppe Gibboni alle Serate Musicali

È tornato a Milano il violinista salernitano Giuseppe Gibboni per un concerto organizzato da Serate Musicali.
Insieme al pianista Ingmar Lazar, presente in una parte dei brani, ha impaginato un programma diversificato con alcuni lavori di Paganini, musicista a lui legato avendo vinto recentemente – nel 2021- il prestigioso Premio Internazionale Paganini di Genova. Il primo brano era la Sonata n.3 per violino e pianoforte Op.108 di Johannes Brahms. Una sonata celebre anche per quel Presto agitato che conclude il lavoro, scritto dal grande amburghese nel 1888 e che spesso viene eseguito come bis da molti virtuosi.
Valida l’interpretazione. Un netto salto di qualità è stato riscontrato nei successivi lavori. Il ventunenne Gibboni ha proposto tre Capricci dai 24 dell’Op.1 e precisamente il N.1 “L’Arpeggio”, il N.5 e il corposo N.24, un Tema con variazioni in la minore. Con i Capricci paganiniani sono emerse in toto le qualità virtuosistiche ed interpretative di Gibboni, eccelse nell’esprimere con apparente facilità virtuosismi d’immensa difficoltà.
Di evidente qualità, anche il brano successivo, eseguito dopo il breve intervallo, ossia le Variazioni su un tema tema originale per violino e pianoforte Op.15 di Henryk Wieniawski (1835-1880). Il celebre virtuoso violinista e compositore polacco è debitore della lezione paganiniana. Anche in questo delizioso lavoro, Gibboni, in sinergia con l’ottimo Lazar, ha espresso al meglio le sue naturali qualità per un’interpretazione di alto livello.
Il violino solo è ritornato nel brano successivo del compositore russo Alfred Schnittke ( 1934-1998). Titolato “A Paganini”, recupera frammenti paganiniani, con una sorta di collage tratto da alcuni Capricci, per uno sviluppo virtuosistico autonomo dove è riconoscibile lo stile politonale del compositore, caratterizzato da colori scuri intensamente espressivi. Gibboni ha trovato la giusta dimensione interpretativa del difficile lavoro del 1982, attraverso timbriche precise, dettagliate dominate da colori scavati e profondi, resi dall’ottimo violino con voluminosa intensità espressiva .
Originale il finale che prevede un’ultima nota ottenuta con la “scordatura” della corda più bassa. Eccellente interpretazione. L’ultimo brano in programma era la celebre “La Campanella”, dal Concerto n.2 op.7 di Paganini che ha ancora trovato un evidente apprezzamento dal pubblico intervenuto. Un Campanella brillante, raffinata, in ottimo equilibrio con la parte pianistica eseguita molto bene dal giovane Lazar.
Due i bis concessi, il primo in duo, con Hora Staccato, un celebre brano del folclore rumeno di Grigoras Dinicu (1889-1949), quindi il solista con l’Adagio dalla Sonata n.1 per violino solo di J.S.Bach, eseguito splendidamente. Applausi intensi e prolungati ai protagonisti.

29 marzo 2022 Cesare Guzzardella

Galleria di foto di Alberto Panzani

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