Caricamento Eventi

« Tutti gli Eventi

  • Questo evento è passato.

ORCHESTRA CUPIDITAS – VENERI – BINDA

ORCHESTRA CUPIDITAS
Direttore Pietro VENERI
Pianista Anna Caterina BINDA

Dettagli evento
  • Data : 18 Novembre 2024, ore 20:45
  • Luogo : Sala Verdi – Conservatorio di MIlano, via Conservatorio 12, 20122 Milano
  • Biglietti: intero 25€, ridotto 20€

Sala Verdi – Conservatorio di Milano

Via Conservatorio, 12
Milano, 20122 Italia
+ Google Maps
Visualizza il sito del Luogo
Programma

DOMENICO CIMAROSA (1749 – 1801)
“Il matrimonio segreto”: Ouverture

WOLFGANG AMADEUS MOZART (1756 – 1791)
Concerto n.12 in la maggiore per pianoforte e orchestra K.414
Allegro
Andante
Allegretto

LUDWIG VAN BEETHOVEN (1770 – 1827)
Sinfonia n.1 in do maggiore op.21
Adagio molto – Allegro con brio
Andante cantabile con moto
Minuetto. Allegro molto e vivace
Adagio – Allegro molto e vivace

Scarica il libretto di sala

ORCHESTRA CUPIDITAS


Cupiditas, “desiderio ardente” di suonare insieme, di stare insieme, di condividere forti emozioni: è questo che arriva a unire gli oltre settanta ragazzi di quest’orchestra, composta da giovanissimi musicisti, dai 14 ai 28 anni, formatisi non solo in Italia e cresciuti per lo più nelle compagini fiorentine della Scuola di Musica di Fiesole e del Conservatorio Cherubini di Firenze, un binomio che da sempre offre altissimi livelli di formazione.

Dopo il debutto avvenuto a Firenze nel 2016, l’Orchestra si è esibita sovente nel capoluogo toscano in Piazza della Signoria nell’estate 2016 e all’Auditorium di Santo Stefano al Ponte Vecchio. L’Orchestra Cupiditas ha preso parte al Festival dell’Istituto Universitario Europeo 2017 nonché ai festival internazionali della Garfagnana 2018, 2019 e delle orchestre giovanili di Firenze (FOG) 2016. Dal 2018 collabora assiduamente con la Fondazione Maggio Musicale Fiorentino per la realizzazione di spettacoli e recite, in circa 300 repliche, svolte nello stesso Teatro e nel circuito della città metropolitana.

Nel 2019 ha iniziato la collaborazione con ATER (Associazione Teatrale Emilia Romagna) per la realizzazione di concerti nelle stagioni dei teatri del circuito dell’Associazione stessa. Il Direttore musicale è Pietro Mazzetti. L’Orchestra è ospite per la quarta volta di Serate Musicali – Milano. (16/12/19; 18/10/21; 14/02/2022).

Violini IViolini IIViole
Daniele Dalpiaz**
Silvia Abatangelo
Amedeo Ara
Pierattilio Bazzana
Noemi Celestini
Viola Matteoli
Laura Panza
Sara Vranić
Isabella Rex*
Alice Bottacchi
Julian Davidson
Giovanna Ferrari
Costanza Gabbrielli
Michelangelo Nuti
Caterina Bernocco*
Emanuel Comanici
Margherita Faneschi
Arianna Patelli
Siria Tito
VioloncelliContrabbassiFlauti
Duccio Dalpiaz*
Niccolò Bini
Mariachiara Gaddi
Anton Marashi
Giacomo Mazzetti
Andrea Passini*
Luca Riccomini
Lorenzo Sanna
Emanuele Rosi
OboiClarinettiFagotti
Gianluca Tassinari
Enrique Frausto
Raul Jain
Alessandro Casini
Filippo Riccucci
Lorenzo Vagnetti
CorniTrombeTimpani
Alessio Ferroni
Daniel Rotary
Chiara Bignamini
Luigi Gagliardi
Riccardo Soldi
*Prime Parti**Spalla

PIETRO VENERI

Ha studiato pianoforte e composizione con Camillo Togni al Conservatorio “A.Boito” di Parma, diplomandosi inoltre in direzione d’orchestra con Daniele Gatti.

Ha diretto, in Italia e all’estero, le Orchestre: Tokyo City Philharmonic, Maggio Musicale Fiorentino, Osaka Century, Haydn di Bolzano, Yamagata Symphony, Sinfonia Varsovia, Filarmonia Veneta, I Virtuosi Italiani, Sinfonica di Sanremo, etc… Ha diretto e registrato per Tv, Radio nazionali e Canali satellitari in Italia, Giappone, Portogallo e Polonia, nonché prime esecuzioni assolute di: Mannucci (Sinfonica di Sanremo), Rendine e Furgeri (Comunale di Bologna). Ha diretto il Concorso Internazionale pianistico “Liszt-Zanfi” ed è stato assistente di Rafael Fruhbeck de Burgos.

É stato Maestro del coro a Parma, Bologna, Macerata e, come pianista e organista, ha suonato nelle principali stagioni concertistiche italiane e al Festival de l’Île-de-France. Un’esperienza di oltre trent’anni con i Teatri lirici italiani lo ha portato a collaborare con direttori quali Mehta, Thielemann, Muti, Chailly, Gatti, Conlon, Marriner, Prêtre; registi: Ronconi, Vick, Wilson, Zeffirelli, Pizzi, Fo, Cavani e Miller e artisti: Freni, Kabaivanska, Devia, Gheorghiu, Gruberova, Dimitrova, Bartoli, Meier, Baltsa, Cossotto, Obraztsova, Carreras, Cura, Domingo, Florez, Protti, Nucci, Cappuccilli, Bruson, Siepi, Ghiaurov, Raimondi.

É titolare della cattedra di Direzione d’orchestra presso il Conservatorio di Musica “A.Boito” di Parma. I suoi studenti sono risultati vincitori o finalisti di concorsi internazionali di Direzione d’orchestra a Londra, Milano, Gerusalemme, Madrid, Spoleto, Kharkov, Plovdiv.  É ospite per la quarta volta di Serate Musicali – Milano (16/12/19; 18/10/21; 14/02/2022).

ANNA CATERINA BINDA

Nata a Varese nel 2004, intraprende lo studio del pianoforte a cinque anni con Paola Del Negro presso l’Accademia Musicale Varesina. Risulta vincitrice di 33 primi premi, di cui 22 assoluti. Si è esibita in diverse rassegne musicali in Italia e all’estero e dal 2017 ha tenuto regolarmente recital solistici e con orchestra.

Da alcuni anni ha iniziato a collaborare con gruppi cameristici ed eseguito Opere a quattro mani. Nel 2019 è risultata protagonista di una lunga intervista sulla rivista Amadeus e nello stesso anno è stato pubblicato da Movimento Classical il CD con musiche della compositrice francese Cécile Chaminade. Dal 2019 al 2023 ha seguito il corso di pianoforte con Roberto Plano presso l’Accademia di Musica di Pinerolo così come le masterclass da lui tenute in Italia e in Europa. Semifinalista nel 2022 del Tunbridge Wells International Music Competition di Mayfield (Gran Bretagna) ottiene la menzione “highly commended”.

Nel 2023, dopo l’ammissione al Conservatorio della Svizzera Italiana e l’ottenimento di una delle tre borse di studio offerte dalla Fondazione del Conservatorio, frequenta il Bachelor of Arts in Music a Lugano (Svizzera) nella classe di Roberto Plano. Sempre nel 2023 ha tenuto un recital presso la Sala dei Concerti di Casa della Musica di Parma, in occasione dell’inaugurazione della mostra su Miecio Horszowski e ha vinto il terzo premio ex aequo all’Isidor Bajic Piano Competition a Novi Sad (Serbia).

Nel 2024 si è esibita con la Filarmonica Arturo Toscanini eseguendo il Concerto per pianoforte e orchestra in la minore di Grieg e, nell’ambito del Festival Schönberg/Schubert dell’Accademia di Musica di Pinerolo, ha eseguito a quattro mani con Roberto Plano la Fantasia in fa minore D940 di Schubert. È ospite per la prima volta di Serate Musicali – Milano.


DOMENICO CIMAROSA

“Il matrimonio segreto”: Ouverture

Il Matrimonio segreto è un’Opera buffa in due atti, scritta tra la fine del 1791 e l’inizio del 1792 su libretto di Giovanni Bertati. Fu rappresentata per la prima volta il 7 febbraio 1792 al Burgtheater di Vienna. L’Ouverture si apre con i tre accordi del Flauto magico, qui nella tonalità di re maggiore, mentre in Mozart sono in mi bemolle maggiore. I rimandi tra Cimarosa e Mozart sono molti, essendo l’epoca e i luoghi gli stessi: il compositore italiano aveva fatto tappa a Vienna di ritorno dalla Russia (dove era rimasto quattro anni) alla fine del 1791 e potrebbe anche aver assistito a una rappresentazione dell’Opera mozartiana. 

WOLFGANG AMADEUS MOZART

Concerto n.12 in la maggiore per pianoforte e orchestra K.414

Secondo la tesi del musicologo tedesco Alfred Einstein, che ha trovato riscontro in altri illustri studiosi mozartiani, il Concerto in la maggiore K.414 venne scritto in realtà prima degli altri due: lo testimoniano tanto l’edizione di Artaria del 1785, che pubblicò il Concerto come «primo dell’op. IV», quanto la data di composizione del Rondò K.386 (19 ottobre 1782), scritto da Mozart proprio per il Concerto K.414 e poi sostituito dall’Allegretto. Si tratta in ogni caso di una delle pagine per le quali lo stesso Mozart nutriva particolare predilezione.

L’Allegro iniziale ha una ricca esposizione orchestrale della quale ricordiamo almeno tre motivi: il tema principale, un delicato “sorriso musicale” esposto dai violini, il tema secondario, reso marziale dal ritmo puntato in oboi e corni e il secondo tema vero e proprio, timido ed esitante nei violini, sostenuti dal pizzicato di celli e bassi. Il solista conduce la sua esposizione con regolarità, senza strafare e senza particolari virtuosismi; la difficoltà tecnica di questa pagina, infatti, non va oltre quella richiesta a un ottimo dilettante (dell’epoca, naturalmente). Interessante invece è la sezione di sviluppo che si apre con un nuovo motivo, in note ribattute, elaborato dal pianoforte, culminante in un intenso episodio in fa diesis minore.

La ripresa è regolare e culmina nella cadenza del solista. Il tema principale dell’Andante è un ulteriore omaggio a Johann Christian Bach, del quale Mozart cita l’incipit dell’Ouverture “La calamità dei Cuori”: il motivo, raccolto e solenne, viene esposto «sottovoce» dagli archi, in un clima musicale di ispirazione quasi religiosa. La seconda idea melodica viene presentata dai violini primi e sostenuta dalle note ribattute dei violini secondi e delle viole e dalle lunghe note dei fiati. Preceduto da una pausa generale, il pianoforte si appropria del tema e lo varia con sapienza e con gusto, prima di esporre un nuovo tema, dolcissimo e sognante, che ci sembra un’anticipazione di atmosfere musicali incantate proprie della maturità mozartiana.

Dopo la ripresa della seconda idea melodica, un breve episodio di sviluppo motivico precede la ripresa del tema principale affidata al pianoforte e la consueta cadenza del solista. Il carattere spensierato dell’Allegretto conclusivo è dovuto alla sua ricchezza tematica; il refrain è formato da tre idee melodiche distinte: uno spunto sbarazzino dei violini, una sinuosa linea degli archi all’ottava e una melodia cadenzante dei violini sopra il ribattuto dei bassi.

Gli episodi solistici si alternano alle ripetizioni parziali del refrain con naturale scorrevolezza: il primo è brillante e ritmico, il secondo è interamente basato sull’elaborazione della seconda idea del tema principale, il terzo è costruito su un nuovo motivo presentato dal pianoforte e subito ripreso con gioia dai violini in re maggiore, il quarto, analogamente al secondo, prende spunto dalla seconda idea del Tema principale.

LUDWIG VAN BEETHOVEN

Sinfonia n.1 in do maggiore op.21

Il commento che segue fa parte di uno studio dedicato da Hector Berlioz alle Sinfonie di Beethoven:

«Quest’opera per la forma, per lo stile melodico, per la sobrietà armonica e la strumentazione, si distingue completamente dalle altre composizioni di Beethoven che l’hanno seguita. Scrivendola, l’autore è rimasto evidentemente sotto l’impero delle idee di Mozart, ch’egli ha qualche volta ingrandito e dovunque ingegnosamente imitato.

Tuttavia nel primo tempo si vedono spuntare ogni tanto alcuni ritmi di cui l’autore del Don Giovanni, è vero, ha fatto uso, ma molto di rado e in un modo molto meno rilevato. Il primo Allegro ha per tema una frase di sei battute che, senza avere in sé niente di molto caratteristico, diviene in seguito interessante per l’arte con cui è trattata. Gli succede una melodia episodica, d’uno stile un po’ comune e a mezzo di una semicadenza, ripetuta tre o quattro volte, si arriva a un disegno di fiati in imitazione alla quarta, che si è tanto più stupiti d’incontrare in quanto era già stato impiegato in numerose Ouvertures d’opere francesi.

L’Andante contiene un accompagnamento di timpani piano che oggi sembra qualche cosa di molto ordinario, ma in cui bisogna tuttavia riconoscere il preludio di effetti caratteristici che Beethoven ha prodotto più tardi con l’aiuto di questo strumento, in genere adoperato poco e male dai suoi predecessori.

Questo pezzo è pieno d’incanto; il suo tema è grazioso e si presta bene agli sviluppi fugati, mediante i quali l’autore ha saputo trarne un partito così ingegnoso e arguto. Lo Scherzo è il primogenito della famiglia d’incantevoli burle di cui Beethoven ha inventato la forma, determinato il movimento e che in quasi tutte le sue opere strumentali ha sostituito al Minuetto di Mozart e Haydn, nel quale il tempo è meno rapido del doppio e il carattere completamente diverso.

Questo è d’una freschezza, d’una agilità e d’una grazia squisite».

                                                                                                        Hector Berlioz, 1862