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FREDDY KEMPF

Pianista FREDDY KEMPF

Dettagli evento
  • Data : 21 Ottobre 2024, ore 20:45
  • Luogo : Sala Verdi – Conservatorio di MIlano, via Conservatorio 12, 20122 Milano
  • Biglietti: intero 20€, ridotto 15€
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Sala Verdi – Conservatorio di Milano

Via Conservatorio, 12
Milano, 20122 Italia
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Programma

FRANZ SCHUBERT (1797 – 1828)
Sei Momenti Musicali per pianoforte op.94, D780
Moderato
Andante
Allegro moderato
Moderato
Allegro vivace
Allegretto

FRYDERYK CHOPIN (1810 – 1849)
Polacca n.1 in la maggiore op.40
Allegro con brio

Polacca n.2 in do minore op.40
Allegro maestoso

Polacca in la bemolle maggiore op.53 “Eroica”
Maestoso

SERGEJ RACHMANINOV (1873 – 1943)
Sei Momenti Musicali per pianoforte op.16
Andantino (si bemolle minore)
Allegretto (mi bemolle minore)
Andante cantabile (si minore)
Presto (mi minore)
Adagio sostenuto (re bemolle maggiore)
Maestoso (do maggiore)

FREDDY KEMPF

Nato a Londra nel 1977, ha debuttato a otto anni con la Royal Philharmonic Orchestra, con cui ha tuttora uno stretto legame e con cui ha suonato e diretto il ciclo completo dei Concerti per pianoforte di Beethoven nei più importanti teatri del Regno Unito.

Kempf ha acquisito fama nazionale nel 1992, vincendo il Concorso della BBC come Giovane Musicista dell’Anno. É stato però il suo Terzo Premio al Concorso Ciaikovski di Mosca nel 1998 a lanciarlo rapidamente anche a livello internazionale. Il fatto che non gli fosse stato assegnato il Primo Premio infatti suscitò le proteste del pubblico ed ebbe ampio spazio sulla stampa russa, che lo proclamò “Eroe del Concorso”. Da allora la sua carriera è andata crescendo fino ai suoi recenti successi con la Royal Philharmonic Orchestra come solista e direttore, con la Filarmonica di San Pietroburgo e l’Orchestra Sinfonica della Corea.

La scorsa stagione ha più volte suonato e diretto anche in una tournée con la Kyusyu Symphony Orchestra in Giappone e in un’altra con l’Orchestra Sinfonia della Nuova Zelanda. É poi tornato a suonare con la City of Birmingham Symphony Orchestra, con la Royal Philharmonic, con la Filarmonica di Dresda e con la Royal Northern Sinfonia.

Ha collaborato con Sir Andrew Davis, Kurt Sanderling, Daniele Gatti, Matthias Bämert, Charles Dutoit, Vassili Petrenko, Riccardo Chailly, Yuri Temirkanov, Gunther Herbig, Ivor Bolton, Wolfgang Sawallisch, Vladimir Ashkenazy, Jiri Belohlavek, Neeme Jaarvi, Daniel Krivine, Thomas Dausgaard e Mikhail Jurowski.

È apparso in recital nelle più importanti Sale del mondo.

Incide in esclusiva per la BIS Records. La sua incisione più recente è dedicata a Schumann. Nel 2010 ha partecipato alla registrazione del nuovo lavoro di Tolga Kashif “Genesis Symphony” con la London Symphony Orchestra e ha inciso i Concerti per pianoforte n.2 e n.3 di Prokofiev con la Bergen Philharmonic Orchestra e Andrew Litton. Questo CD è stato tra i finalisti del “Gramophone Concerto Award”. Questa collaborazione è proseguita con una registrazione di opere per pianoforte e orchestra di Gershwin nel 2012.

La sua incisione per pianoforte solo del 2011dedicata a Rachmaninov, Bach/ Busoni, Ravel e Stravinsky ha ricevuto entusiastici riconoscimenti dalla critica. Scoperto per l’Italia da Serate Musicali, ne è ospite in ogni stagione dal 1998.


FRANZ SCHUBERT

Sei Momenti Musicali per pianoforte op.94, D780

I «Sei Momenti Musicali» di Schubert costituiscono i primi tra i suoi pezzi brevi per pianoforte di carattere lirico. Sembrano siano stati scritti in momenti diversi. Il n.3 è stato pubblicato con il titolo «Air russe» in un volume contenente brani di diversi compositori presso Sauer e Leidesdorf, nel gennaio 1824, come «Album musicale».

É seguito un secondo volume, undici mesi più tardi, contenente quello che diventerà il sesto dei «Momenti», con il titolo «Plaintes d’un troubadour». Per quanto riguarda gli altri quattro, non rimane nessun manoscritto autografo, ma si pensa siano stati composti nell’autunno del 1827 e probabilmente furono fra le composizioni per pianoforte scelte per la pubblicazione da Probst di Lipsia in quell’anno. Tutti e sei sono in forma ternaria e le loro chiavi ruotano intorno a un asse comune: la bemolle maggiore/fa minore – anche il do diesis minore (= re bemolle) del n.4 non è troppo distante. Il n.1 in do, mette a contrasto un tema di esitante arpeggio con una sezione più decisa in sol maggiore.

Allo stesso modo il n.2 si alterna tra temi contrastanti in la bemolle maggiore e in fa diesis minore. Il materiale e la tessitura del n.3 in fa minore sono maggiormente unificati con un basso staccato «unpah», mantenuto per tutto il brano. Il n.4 è in stile «Toccata», con una Danza slava come sezione centrale in maggiore. II n.5 in fa minore continua lo spirito della danza ed è dominato dal ritmo dattilico favorito da Schubert. Il n.6 è il più improvvisato dei sei, perché fa uso di una ampia varietà di chiavi in un breve spazio di tempo; la sezione principale si alterna tra la bemolle e mi, mentre il Trio è in re bemolle.

FRYDERYK CHOPIN

Polacca n.1 in la maggiore op.40 e Polacca n.2 in do minore op.40

Composte fra il 1838 e il 1839, le due Polacche furono pubblicate come op.40, con dedica all’amico Julian Fontana, nel dicembre del 1840 da Breitkopf & Härtel a Lipsia e da Troupenas a Parigi e poi, nel novembre del 1841, da Wessel a Londra.

La Polacca in la maggiore op.40 n.1 (Allegro con brio), datata ottobre 1838, è una pagina celeberrima caratterizzata dall’estrema regolarità della costruzione: priva di un’Introduzione e di una Coda, mostra chiarissimi sia il tipico ritmo croma-due semicrome-quattro crome, praticamente onnipresente, sia la tripartizione Polacca-Trio-Polacca, è basata su periodi regolari di otto battute ciascuno e attraversata interamente da un unico carattere espressivo improntato a un sano e baldanzoso trionfalismo.

Ingiustamente meno celebre ed eseguita, ma non per questo meno affascinante, è la Polacca in do minore op. 40 n. 2 (Allegro maestoso), pagina assai più ricca di contrasti e sfumature espressive rispetto alla precedente. Iniziata anch’essa nell’autunno del 1838, fu elaborata però soprattutto nel 1839, durante il soggiorno del compositore a Maiorca in compagnia di George Sand.

Qui il tipico ritmo di Polacca viene come messo fra parentesi, la struttura si fa meno regolare e più variegata, le armonie si fanno cangianti, cresce anche l’attenzione riservata al timbro e la cupa e tragica maestosità dell’episodio di apertura (nel quale Chopin, forse inconsciamente, richiama un tema ascoltato da ragazzo a Varsavia in occasione dell’incoronazione di Alessandro I di Russia a re di Polonia, quello della Polacca detta “L’incoronazione” di Karol Kurpinski) viene stemperata da momenti attraversati da intensa nostalgia e sconsolata mestizia.

Polacca in la bemolle maggiore op.53 “Eroica”

Composta nel 1842 e pubblicata a Lipsia e a Parigi nel 1843 da Schlesinger e poi nel 1845 a Londra con dedica al banchiere francese Auguste Léo, la Polacca op.53 rappresenta il penultimo lavoro chopiniano del genere.

È un autentico Poema Sinfonico per pianoforte, indicato nei programmi di concerto con il titolo di “Polacca Eroica”; si ha l’impressione che l’autore, spinto da un suo “sogno”, cerchi di scacciare i dubbi, nutrendo la fiducia nel riscatto finale della Patria. Il tutto si conclude con un trionfale ritorno della Polacca vera e propria.

SERGEJ RACHMANINOV

Sei Momenti Musicali per pianoforte op.16

Composti tra l’ottobre e il dicembre del 1896, i Sei Momenti Musicali op.16 furono dedicati a Zataevič. Nonostante la breve gestazione, essi evidenziano lo spiccato virtuosismo del compositore e devono il loro nome all’omonimo ciclo per pianoforte op.94 del 1828 di Franz Schubert. Ogni brano riproduce una forma musicale caratteristica: il Notturno, la Romanza senza parole, la Barcarola, lo Studio, il Tema con Variazioni. Il primo brano è un Andantino in si bemolle minore, diviso in tre sezioni distinte.

La prima, in tempo 4/4, presenta un tema dai tipici tratti di un Notturno per la mano sinistra. A metà del brano è presente una pausa molto simile a quella presente in uno dei Six moments musicaux di Schubert, di cui è evidente l’influenza. La seconda sezione (Con moto) è una Variazione della prima ed è scritta nell’insolito tempo di 7/4 e termina con una Cadenza. La terza sezione Andantino con moto presenta l’ultima variazione del Tema e la Coda, che torna al tempo iniziale con una Cadenza in si bemolle minore.

L’Andantino è il più lungo dei Sei Momenti Musicali. Esso combina in sé il Notturno e il Tema con Variazioni, presentando una melodia cromatica e sincopata che ricorda il Notturno in la minore dei Morceaux de salon op.10. Il secondo brano, Allegretto in mi bemolle minore, è nettamente in contrasto con la lirica melodia del primo. Esso ricorda un tipico Studio dell’Ottocento sullo stile dell’op.10 e dell’op.25 di Chopin.

La sezione centrale è caratterizzata da un continuo cambiamento delle dinamiche che variano rapidamente dal pianissimo al fortissimo. Il componimento si chiude con una Cadenza perfetta in mi bemolle minore. Il n.3, Andante cantabile in si minore, si presenta come una perfetta fusione tra una Romanza senza parole e una Marcia funebre; è il più “russo” della raccolta, in quanto combina un sonoro basso con una chiara melodia, entrambi caratteristici della musica russa. Il quarto brano, Presto in mi minore, presenta delle analogie con lo Studio op.10 n.12, il Preludio op.28 n.3 di Chopin e lo Studio op.692 n.21 di Carl Czerny.

È in forma ternaria con una Coda. Il brano inizia con un’Introduzione in fortissimo con la mano sinistra che esegue continue sestine cromatiche. La sezione centrale è caratterizzata da un ripetersi di figure in pianissimo nella mano destra e da scale ascendenti nella mano sinistra. Il Finale è una Coda in Prestissimo e il brano si chiude con un pesante accordo di mi minore che ricorda il suono delle campane, come nel Secondo Concerto per pianoforte e orchestra e nel Preludio in do diesis minore. Il quinto brano, Adagio sostenuto in re bemolle maggiore, è simile a una Barcarola.

L’ultimo brano della raccolta, Maestoso in do maggiore, come il secondo e il quarto Momento Musicale, è scritto in forma di Studio. È forse il più difficile della raccolta non solo per la resistenza fisica richiesta all’artista per creare un suono pieno di risonanza, ma anche per la presenza di continue figurazioni in biscroma.