con il patrocinio di Martha Argerich, Cristina Muti e Fedele Confalonieri
FRANZ SCHUBERT (1797 – 1828)
Sei Momenti Musicali per pianoforte D.780 op.94
Moderato
Andantino
Allegro moderato
Moderato
Allegro vivace
Allegretto e Trio
JOHANNES BRAHMS (1833 – 1897)
Sonata per pianoforte n.1 in do maggiore op.1
Allegro
Andante
Scherzo. Allegro molto e con fuoco – Trio: Più mosso
Finale. Allegro con fuoco
FRANZ LISZT (1811 – 1886)
Da “Consolations” S.172: n.3 Lento placido in re bemolle maggiore
Da “Tre Studi da Concerto” S.144: n.1 in la bemolle maggiore “Il lamento”
SERGEI PROKOFIEV (1891 – 1953)
Sonata per pianoforte n.7 in si bemolle maggiore op.83 “Stalingrado”
Allegro inquieto
Andante caloroso
Precipitato
È nata e cresciuta Tblisi in una famiglia che per generazioni ha partecipato attivamente alla vita culturale e artistica del Paese. Ha iniziato lo studio del pianoforte con la nonna, Anastasia Virsaladze; quindi, dopo gli studi nel locale Conservatorio, lasciava la città natale e si trasferiva a Mosca, dove a vent’anni conquistava il terzo premio nel Concorso Ciaikovski e proseguiva gli studi sotto la guida di Heinrich Neuhaus e Yakov Zak. Questi insegnanti, oltre a influire profondamente sul suo sviluppo artistico, la immergevano nella tradizione pedagogica della scuola pianistica russa. Non sorprende, pertanto, che sia oggi considerata un’insegnante straordinaria e che i suoi studenti abbiano ottenuto riconoscimenti tra i più importanti nei concorsi internazionali.
Insegna al Conservatorio di Mosca e alla Scuola di Musica di Fiesole. Partecipa come membro della giuria ai concorsi (“Santander”, “Geza Anda”, “Rubinstein”, “Ciaikovski” e “Richter”). Coltiva con cura una grande passione per i compositori del tardo diciottesimo e del diciannovesimo secolo. Le sue interpretazioni storiche riguardano soprattutto Mozart, Beethoven, Chopin, Liszt e Schumann.
A ventiquattro anni vinceva il primo premio al Concorso Schumann di Zwickau, facendola immediatamente annoverare dalla stampa internazionale tra i più grandi interpreti schumanniani contemporanei. Lo stesso Richter dirà di lei: «… il suo Schumann non ha eguali».
Ma del resto la pianista annovera un vasto repertorio, che si estende fino a comprendere i compositori russi moderni e contemporanei. Suona regolarmente a Londra, Milano, Roma, Parigi, Lisbona, Berlino e Barcellona. Attiva in ambito cameristico, suona anche con orchestre quali la Filarmonica di San Pietroburgo e la Royal Philharmonia London, ha effettuato tournée nel Nord America, in Giappone e in Europa. Suona inoltre regolarmente con orchestre in Francia, Germania, Italia, Spagna, Svizzera, Stati Uniti, collaborando con Barshai, Kondrashin, Muti, Sanderling, Sawallisch, Svetlanov, Temirkanov, Wit.
Per “Serate Musicali” è indimenticabile protagonista dei “Concerti Storici alla Memoria di Sviatoslav Richter” e di una serie di ininterrotti trionfi con la storica Filarmonica di San Pietroburgo e Temirkanov (ricordiamo l’ultima, al Teatro alla Scala l’11.12.2006 e l’incredibile trionfo registrato).
Anche in questa stagione apparirà sia in recital che in concerti sinfonici (San Pietroburgo, Israele, Hong Kong) e in musica da camera, in varie parti del mondo. Sarà in giuria a Sendai e Hong Kong.
Elisso Virsaladze è ospite storica e memorabile di Serate Musicali dal 1992.
FRANZ SCHUBERT
Sei Momenti Musicali per pianoforte D.780 op.94
Composti tra il 1824 e il 1827, i «Sei Momenti Musicali» sono i primi pezzi brevi per pianoforte, di carattere lirico, scritti da Schubert. Sono in forma ternaria e le loro chiavi ruotano intorno a un asse comune: la bemolle maggiore/fa minore – anche il do diesis minore (= re bemolle) del n.4 non è troppo distante. Il n.1 in do, mette a contrasto un tema di esitante arpeggio con una sezione più decisa in sol maggiore. Allo stesso modo il n.2 si alterna tra temi contrastanti in la bemolle maggiore e in fa diesis minore. Il n.3 in fa minore è stato pubblicato con il titolo «Air russe», in un volume contenente brani di diversi compositori, presso Sauer e Leidesdorf, nel gennaio 1824, come «Album musicale». É seguito un secondo volume, undici mesi più tardi, contenente quello che diventerà il sesto dei «Momenti», con il titolo «Plaintes d’un troubadour». Il n.4 è in stile «Toccata», con una Danza slava come sezione centrale in maggiore. Il n.5 in fa minore continua lo spirito della danza ed è dominato dal ritmo dattilico favorito da Schubert. Il n.6 è il più ricco di improvvisazioni della raccolta, poiché utilizza una ampia varietà di chiavi in un breve spazio di tempo; la sezione principale si alterna tra la bemolle e mi, mentre il Trio è in re bemolle.
JOHANNES BRAHMS
Sonata per pianoforte n.1 in do maggiore op.1
Brahms scrisse tre Sonate per pianoforte nel brevissimo arco di due anni (1852/53) e proprio agli inizi della sua attività di compositore. Delle tre Sonate, la prima è la Sonata op.2 in fa diesis minore, ma Brahms la retrocesse al secondo posto, mettendo al primo la Sonata in do maggiore. Si tratta dunque di un’opera giovanile, ma espressione genuina e totale di una personalità artistica chiara e decisa; opera quindi matura e originale, frutto di una consapevolezza espressiva non turbata né sviata da inevitabile esuberanza e sfrenato entusiasmo giovanili. La Sonata in do maggiore si apre con un tema che richiama, anche se esteriormente, la prima idea dell’Allegro iniziale della Sonata op.106 di Beethoven; il movimento sembra prendere l’avvio quasi con difficoltà ma poi si sviluppa felicemente trovando la principale ispirazione nella liricità del secondo tema. L’Andante ha la forma di “Tema con Variazioni” e si basa su un antico Lied d’amore popolare tedesco; le quattro Variazioni si ispirano alle quattro strofe del poema; chiude un Finale con uno sviluppo pieno di dolcezza. Lo Scherzo, dalla ritmica serrata e vivace, include un Trio mosso ed espressivo. Il quarto movimento, Allegro con fuoco, è in forma di libero Rondò, vigoroso e irrequieto, a volte interrotto da frasi di pensosa e assorta meditazione.
FRANZ LISZT
Da “Consolations” S.172: n.3 Lento placido in re bemolle maggiore
I sei pezzi che compongono la raccolta delle Consolations risalgono al periodo di Weimar (attorno al 1850); sono trascrizioni musicali di poemi di Sainte-Beuve e ne portano lo stesso titolo. Dedicati a Victor Hugo, pubblicati nel marzo del 1830, i ventinove Poemi dello scrittore francese non potevano che sedurre il musicista per il loro tono di compiacente melanconia e allo stesso tempo di intima confidenza. Le sei Consolations di Liszt sono in effetti pezzi brevi, di esecuzione relativamente semplice, non troppo lontani da uno stile schumanniano e spesso toccante, ma le cui soavità non possono essere rese che dalle dita di un pianista scevro di qualunque manierismo. La terza Consolation è un Lento placido, senza dubbio il più personale, che ricorda i Notturni chopiniani, dato l’accompagnamento cullante e la melodia della mano destra che modula, passando da un calmo re bemolle maggiore e muovendosi verso il fa, per virare nel la minore doloroso e per tornare alla tonalità di partenza, con tenerezza.
Da “Tre Studi da Concerto” S.144: n.1 in la bemolle maggiore “Il lamento”
I “Tre Studi da Concerto” S.144, furono composti tra il 1845 e il 1849 e pubblicati a Parigi come Trois caprices poétiques. Rispetto ai primi studi, nei quali predomina l’aspetto puramente tecnico esecutivo, l’idea del suono poetico è al centro di queste composizioni, che furono chiaramente scritte per l’esecuzione concertistica. I sottotitoli italiani che vennero attribuiti a ciascun Étude, “Il lamento”, “La leggierezza” e “Un sospiro”, sono apparsi per la prima volta nell’edizione francese alla fine del 1849 e sono tuttora in uso. Lo Studio n.1, Il lamento, in la bemolle maggiore, inizia con una melodia lirica di quattro note che si dipana attraverso l’opera, seguita da uno schema cromatico nello stile di Chopin che riappare di nuovo nella Coda. Sebbene il pezzo si apra e finisca in la bemolle maggiore, nelle sue tre parti si sposta su molte altre tonalità, tra cui la, sol, re diesis, fa diesis e si.
SERGEI PROKOFIEV
Sonata per pianoforte n.7 in si bemolle maggiore op.83 “Stalingrado”
Nel 1939, con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, molti intellettuali e artisti sovietici, tra cui Prokofiev, furono allontanati da Mosca e trasferiti nel Caucaso. Agli anni di guerra, trascorsi in una regione periferica, ma non per questo avulsi dal clima angosciato e opprimente che si respirava ovunque in Europa, appartengono alcuni dei massimi capolavori del compositore. Contemporaneamente alla gigantesca opera Guerra e pace, nascono tre grandi Sonate pianistiche: la Sesta, completata nel 1940; la Settima (1942) e l’Ottava (1944). Nella Sonata n.7 appaiono concentrati in una struttura di eccezionale compattezza i caratteri salienti della sua musica. Mai come in quest’opera risultano così accentuati i contrasti fra aggressività percussiva e violenza ritmica da un lato e sensualità melodica, nostalgicamente post-romantica dall’altro.
Il primo movimento – Allegro inquieto – fa assumere, al ritmo di tarantella che lo pervade, una valenza spettrale. I passaggi all’unisono, come già in Schubert (Sonata in la minore op.143) e Chopin (Finale della Sonata op.35), nella loro asciutta incisività, esprimono sobriamente il senso di vuoto e di disperazione. L’incedere frenetico dell’Allegro è interrotto due volte dalla cullante vena nostalgica di un Andantino tematicamente affine al motivo principale del movimento. L’Andante caloroso che segue, dipana una suadente melodia nel registro medio dello strumento, accompagnandola con una ricca tessitura contrappuntistica. Un’ampia sezione centrale – poco più animato; un poco agitato – raggiunge momenti di grande pathos per poi tornare al Primo tempo con un mirabile episodio di raccordo in cui risuonano ossessivamente le note la bemolle e sol. Il movimento finale, Precipitato, è un moto perpetuo tumultuoso e aggressivo nel singolare ritmo di 7/8. La tensione fra irregolarità della battuta e ripetizione ossessiva del modulo ritmico è una delle principali attrattive di questa pagina, fra le più impegnative in assoluto per un pianista.