Venerdì 3 Novembre 2017, ore 20:30
Sala Verdi, Conservatorio di Milano _Via Conservatorio, 12
Satyricon – Opera in un atto su libretto di Bruno Maderna dal Satyricon di Petronio
Musica di Bruno Maderna
Personaggi ed interpreti
Trimalcione Pasquale Conticelli, Ryunosuke Komatsu
Habbinas Fabio Buonocore
Eumolpo Giovanni Impagliazzo
Niceros Vladislav Kosov
Criside/Quartilla Sofia Nagast, Laima Ledina
Fortunata Vittoria Vimercati, Giulia Taccagni
Direttore Sandro Gorli
Regia Sonia Grandis
Scene Lidia Bagnoli
Costumi Daniela Casati Fava
Scuola di Danza Proscenium
Truccatrici BCM Milano: Eleonora Della Paola, Monica Gilardoni,
Roberta Marzupio, Alessandra Zacconi
Ensemble congiunto
Conservatorio di Musica “G. Verdi” di Milano
Conservatoire National Supérieur de Musique et de Danse de Paris
KU – Kansas University School of Music
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Satyricon è un’opera buffa o divertimento scenico scritta da Maderna poco prima della sua scomparsa nel 1973 e rappresentata in Olanda in prima esecuzione assoluta. Ha una forte componente grottesca e sarcastica. Lo spettacolo ruota attorno all’episodio cardine del libro di Petronio, la cena di Trimalcione, la cui ostentata volgarità simboleggia la totale crisi di valori di un mondo decadente. Satira e distacco ironico convivono con il gusto e la libertà di un operare anticonformistico e di grande musicalità, che qui si traduce nella molteplicità di citazioni di linguaggi, stili, autori, modi espressivi che Maderna riunisce: un catalogo di materiali variegato che comprende, per le voci , il canto intonato, lo Sprechgesang declamato e, per l’orchestra, sonorità materiche, tonali, aleatorie e neoclassiche e citazioni stravolte di Bizet, Gluck, Mozart, Offenbach, Strauss, Stravinskij, Verdi, Wagner e Weill. Il musicista veneziano dimostra di possedere un alto grado di teatralità interno al proprio gesto compositivo: Satyricon è un’opera la cui drammaturgia è nella partitura (e dunque può tradursi in modi differenti sulla scena). L’opera è in un atto e possiede una struttura aleatoria, poiché i 19 numeri chiusi di cui è costituita – non consequenziali l’uno all’altro, né come trama né come materiali musicali – sono variamente combinabili, come da esplicita indicazione del compositore. Poi per consuetudine viene eseguita sempre la sequenza stabilita nella prima esecuzione sia nelle rappresentazioni sceniche, sia nelle esecuzioni in forma di concerto. Possiamo considerare Satyricon un work in progress, un’opera cioè sottoposta a continue modifiche e rifacimenti, per la quale Maderna ha utilizzato differenti materiali – sia acustici sia elettronici –precedentemente composti e che perciò non ha mai trovato una forma definitiva. (Ruggero Laganà)
Note all’allestimento del Satyricon di Maderna
Come restituire oggi, temporalmente lontani dai trasgressivi anni Settanta, gli umori vitali e la malinconia che informano l’opera aperta di Bruno Maderna, a sua volta derivata da un grande classico della letteratura come il Satyricon di Petronio? La satira della decadenza della società romana è ancora oggi denuncia della perenne decadenza di ogni società avanzata ed opulenta, dove denaro, potere e corruzione possiedono anime e corpi.
Ma la celebrazione del convito di Trimalcione, il brutale e sincero arricchito che si ritrova in ogni epoca, assume in Maderna il senso della ricerca di un mondo perduto, un viaggio tra differenti nutrimenti musicali, offerti dai maestri del passato e dalle nuove ricerche, in un’incessante esperienza estetica che sembra sottrarsi a ogni rassicurante dimensione temporale e narrativa.
Appare piuttosto una drammaturgia connotata da un tempus fugit disarticolato, onirico, impossibile da confinare.
L’accumulo di cibo, corpi, pulsioni sfrenate, emozioni che oscillano costantemente tra eros e thanatos, atti di ferocia e gesti di pietas, convergono nella retorica descrizione che il ricco possidente fa del proprio monumento funebre. Ma quella che sembra la celebrazione della morte si carica di umori ferini, appare una catasta di incessante vitalità.
Le scene di Lidia Bagnoli richiamano la monumentalità romana, con il motivo dell’arco ripetuto come nei colombari o negli acquedotti, ma il materiale scelto è impalpabile, un velarium da teatro che circonda lo spazio scenico dove campeggia un surreale opus in costruzione la cui forma si ritrova nelle visioni di Hieronymus Bosch.
I costumi di Daniela Casati Fava riprendono le varianti del rosso e dell’oro imperiale, ma evocano l’idea di un sipario strappato da cui gli attori hanno ricavato gli abiti per la messinscena.
Anche i movimenti di scena di Simone Magnani giocano tra la ricerca affannosa del contatto e il disequilibrio. Un mondo in bilico dove, come afferma nel romanzo il poeta Eumolpo, «a far bene i calcoli da ogni parte c’è un naufragio». (Sonia Grandis)
Sandro Gorli direttore e compositore
Ha studiato composizione con Franco Donatoni frequentando contemporaneamente la Facoltà di Architettura di Milano e diplomandosi in pianoforte. Ha svolto attività di ricerca presso lo Studio di Fonologia della RAI di Milano e ha seguito i corsi di direzione d’orchestra di Hans Swarowsky a Vienna.
Nel 1977 ha fondato l’orchestra da camera Divertimento Ensemble, che ancora oggi dirige, svolgendo un’intensa attività concertistica per la diffusione della musica contemporanea. Dal 1990 al 1998 è stato direttore principale dell’ensemble Elision di Melbourne. Con le due formazioni ha inciso oltre venti CD. Con l’Orchestra Sinfonica Siciliana ha realizzato la prima esecuzione italiana della Low Simphony di Philip Glass e alla guida dell’Orchestra Sinfonica di Milano G. Verdi ha inciso due CD interamente dedicati a Bruno Maderna.
Nel 2004 ha dato vita a “Rondò”, l’annuale stagione milanese di Divertimento Ensemble che offre appuntamenti con la musica d’oggi non solo concertistici, ma anche di incontro, divulgazione, dibattito con i compositori.
Fra le sue composizioni, regolarmente eseguite nelle più importanti manifestazioni italiane e straniere, si segnalano: Me-Ti per orchestra, richiesta all’autore da Bruno Maderna per l’orchestra RAI di Milano (premio SIMC ’75); Chimera la luce per sestetto vocale, pianoforte, coro e orchestra, che ha avuto la sua prima esecuzione al Festival di Royan del ’76 sotto la direzione di Giuseppe Sinopoli; On a Delphic reed per oboe e 17 esecutori (premio SIMC ’80); Il bambino perduto per orchestra; Quartetto per archi; Le due Sorgenti per orchestra da camera; Super flumina per oboe, viola e orchestra, scritta per il Festival di Babilonia del 1987 (premio Città di Trieste dell’’89); Requiem per coro misto a cappella, scritto per La Chapelle Royale diretta da Philippe Herrewege (CD Harmonia Mundi). Fra gli enti che hanno commissionato sue partiture: la RAI di Milano, I Solisti Veneti, la Fondazione Gulbenkian, il Ministero della Cultura francese, il Ministero degli Esteri italiano, Radio France, l’Orchestra Regionale Toscana, l’Ensemble Elision di Melbourne, il Festival di Ginevra, l’Atelier du Rhin, il festival giapponese Theatre Winter, Agon, la Curia Arcivescovile di Milano, l’Orchestra Sinfonica di Lisbona, Milano Musica, Ex novo ensemble, Accademia Filarmonica Romana. Ha vinto nel 1985 il Premio Europa per il teatro musicale con l’opera Solo; la sua seconda opera, Le mal de lune è andata in scena nel marzo 1994 a Colmar e a Strasburgo.
Ha insegnato composizione al Conservatorio di Milano.