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M. PLETNEV

Dettagli

Data:
6 Novembre 2023
Ora:
8:45 pm – 10:30 pm
Prezzo:
€25 – €30
Categoria Evento:
Tag Evento:
,

Organizzatore

Serate Musicali
Phone
02 29409724
Email
biglietteria@seratemusicali.it
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Sala Verdi – Conservatorio di Milano

Via Conservatorio, 12
Milano, 20122 Italia
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«I Grandi interpreti»

Pianista MIKHAIL PLETNEV

PROGRAMMA

FRYDERYK CHOPIN (1810 – 1849)

Ventiquattro Preludi op.28

  1. do maggiore: Agitato
  2. la minore: lento
  3. sol maggiore: Vivace
  4. mi minore: Largo
  5. re maggiore: Molto allegro
  6. si minore: Lento assai
  7. la maggiore: Andantino
  8. fa diesis minore: Molto agitato
  9. mi maggiore: Largo
  10. do diesis minore: Molto allegro
  11. si maggiore: Vivace
  12. sol diesis minore: Presto
  13. fa diesis maggiore: Lento
  14. mi bemolle minore: Allegro
  15. re bemolle maggiore: Sostenuto
  16. si bemolle minore: Presto con fuoco
  17. la bemolle maggiore: Allegretto
  18. fa minore: Molto allegro
  19. mi bemolle maggiore: Vivace
  20. do minore: Largo
  21. si bemolle maggiore: Cantabile
  22. sol minore: Molto agitato
  23. fa maggiore: Moderato
  24. re minore: Allegro appassionato

ALEKSANDR SCRIABIN (1872 – 1915)

Ventiquattro Preludi op.11

  1. Vivace (do maggiore)
  2. Allegretto (la minore)
  3. Vivo (sol maggiore)
  4. Lento (mi minore)
  5. Andante cantabile (re maggiore)
  6. Allegro (si minore)
  7. Allegro assai (la maggiore)
  8. Allegro agitato (fa diesis minore)
  9. Andantino (mi maggiore)
  10. Andante (do diesis minore)
  11. Allegro assai (si maggiore)
  12. Andante (sol diesis minore)
  13. Lento (sol bemolle maggiore)
  14. Presto (mi bemolle minore)
  15. Lento (re bemolle maggiore)
  16. Misterioso (si bemolle minore)
  17. Allegretto (fa bemolle maggiore)
  18. Allegro agitato (fa minore)
  19. Affettuoso (mi bemolle maggiore
  20. Appassionato (do minore)
  21. Andante (si bemolle maggiore)
  22. Lento (sol minore)
  23. Vivo (fa maggiore)
  24. Presto (re minore)
Scarica il libretto di sala

MIKHAIL PLETNEV

É un brillante pianista, un ricercatissimo direttore d’orchestra, un grande compositore e un artista che sfida qualsiasi classificazione convenzionale.

Nato nel 1957 ad Arkhangelsk, in Russia, Mikhail Pletnev ha dimostrato molto presto il suo talento, iniziando a studiare al Conservatorio di Mosca a 13 anni. Nel 1978 ha vinto il primo premio e la medaglia d’oro alla sesta edizione del Concorso Internazionale Ciaikovski. Da allora si è esibito come solista con tutte le orchestre e i direttori più importanti al mondo.

Nel 1990, grazie all’assenso del Presidente sovietico Mikhail Gorbachev, Mikhail Pletnev ha fondato la Russian National Orchestra (RNO) – la prima orchestra russa non governativa e finanziata privatamente. Nel 1996 l’Orchestra ha suonato in occasione dell’apertura dei Giochi Olimpici di Atlanta.

Registra per Deutsche Grammophon dal 1993 e i suoi dischi sono stati più volte nominati ai Grammy Awards.

The Times descrive le sue interpretazioni come «nate da una immaginazione virtuosistica e prodigiosa, da una bellezza quasi scandalosa». Il BBC Music Magazine ha definito il CD con le Sonate di Scarlatti, che ha ricevuto un Gramophone Award nel 1996, come «pianismo ai massimi livelli… questa interpretazione da sola sarebbe sufficiente per assicurare a Pletnev un posto tra i più grandi pianisti mai conosciuti».

Pletnev ha anche suscitato il plauso internazionale per la sua attività di compositore. Nel 1998, la Prima Esecuzione Mondiale del suo Concerto per viola dedicato a (e suonato da) Yuri Bashmet è stato accolto con entusiasmo da critica e pubblico. I suoi arrangiamenti per pianoforte de ‘Lo Schiaccianoci’ e de ‘La Bella Addormentata’ di Ciaikovski sono diventati – per i pianisti di tutto il mondo – degli esami tecnici per dimostrare la padronanza dello strumento.

Ogni anno si esibisce regolarmente in Italia per le principali istituzioni o sale da concerto, quali il Teatro Petruzzelli di Bari, il Teatro Lirico di Cagliari, il Festival Internazionale di Brescia e Bergamo, il Conservatorio di Milano, il Teatro Comunale di Bologna, il Teatro Regio di Parma e l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, etc…

Pletnev ha ricevuto numerosi riconoscimenti di stato e premi internazionali, tra cui un Grammy nel 2005. Nel 2007 ha ricevuto un Premio Presidenziale e un Ordine “per i servizi resi alla Patria”.

È ospite di Serate Musicali dal 1992.


FRYDERYK CHOPIN – Ventiquattro Preludi op.28

Con l’impetuoso sviluppo del pianoforte nei primi decenni dell’Ottocento, la vecchia trattatistica sul “vero modo” di suonare cembali e fortepiani fu sostituita da quella sorta di metodi già messi in pratica che erano le raccolte di Studi e Preludi ordinati in numero di 24 per tutti i toni maggiori e minori sul modello del Clavicembalo ben temperato di J. S. Bach; dopo Clementi, Klengel, Hummel, Kalkbrenner, Kessler e un’infinità di altri meno noti, questa concezione musico- didattica arriva nelle mani di Chopin, già predestinato alla sintesi più miracolosa di nuovo e antico dal suo culto per Bach appreso a Varsavia, assieme ai primi rudimenti musicali.

È quindi possibile che già nel 1831 Chopin avesse abbozzato il progetto, ma come anno decisivo per la nascita dei Ventiquattro Preludi op.28 bisognerà considerare il 1838; in ogni caso la raccolta è finita prima del 22 gennaio 1839, anno delle prime edizioni che si seguono a ritmo serrato presso Catelin a Parigi, Breitkopf & Härtel a Lipsia, Wessel a Londra (quest’ultima nel gennaio del 1840) a testimonianza della fama universale raggiunta già in vita da Chopin; solo due altri Preludi restano fuori dall’op.28, quello in la bemolle datato Parigi 10 luglio 1834 (n.7, IVb, del Catalogo Kobylanska, ma non incluso da Chopin nelle sue opere) e quello in do diesis minore op.45 composto nel 1841.

È usanza molto recente presentare nei pubblici concerti l’intera op.28 in tutti i suoi ventiquattro pezzi. Chopin non ne aveva prevista l’esecuzione integrale, ma un’intima organicità si è venuta inconsapevolmente cementando nel passaggio fra l’uno e l’altro brano come per armonia prestabilita. Sotto l’unico nome di “Preludi” vivono in realtà vari registri stilistici: Preludi nel senso più proprio, definito una volta per tutte dal genio critico di Schumann come «schizzi, incipit di studi, ovvero frammenti di rovine, penne d’aquila» sono tutti i brani dal primo al settimo, dal nono al dodicesimo, poi i nn.14, 16, 18 e ancora il gruppo degli ultimi quattro: tutti monotematici, alcuni a tematismo poco evidente, implicito, come i nn.1, 5, 14, 23, spesso con riferimenti precisi ai Preludi di Bach; si possono poi riconoscere come approssimazioni stilistiche due notturni, i nn.13 e 15, in struttura ternaria AB A, una Mazurca, il n.7, tre Studi, per l’insistenza di una formula tecnica precisa, come i nn.8, 12 e 19; e poi, in allusioni sempre più sfumate, si può ancora dire che i nn.9 e 20 sono dei Corali, che il n.17 fa pensare a una “Romanza senza parole”, mentre il n.22 tiene qualcosa della Ballata, nel senso rapinoso impiegato da Chopin negli episodi conclusivi di quelle composizioni.

Così, in questa mirabile raccolta dove ogni battuta splende come una gemma, Chopin ha inventato una poetizzazione del Preludio interponendo fra modelli antichi e moderni la sua ironia romantica: che si realizza nella coscienza di una perenne mobilità linguistica, di una contemporaneità di senso letterale e allusione: Preludio bachiano e pezzo per pianoforte romantico scivolano uno dentro l’altro come due anelli incatenati e lo charme aumenta per la caratteristica, tutta chopiniana, di non dare mai l’impressione di aver messo in atto tutti i mezzi possibili; una discrezione, una maschera che non fa che rendere più penetrante la forza delle sue invenzioni immortali.


ALEKSANDR SCRIABIN – Ventiquattro Preludi op.11

Tra i compositori che ritentano le ventiquattro tonalità arriva Scriabin, che a sedici anni comincia a scrivere Preludi con l’intenzione di completarne due serie di ventiquattro ciascuna. Chopin aveva lavorato ai Preludi op.28 per tre anni, Scriabin per nove – dal 1888 al 1896 – e alla fine si ritrova con una sola serie, più vari abbozzi della seconda serie. La serie completa viene pubblicata come op.11, gli abbozzi vanno a formare le opp.13, 15, 16 e 17.

Parlando astrattamente si vede subito che mancano di varietà i numeri 6-7-8 e 23-24. La minore durata del n.23 (30’’ circa) rispetto al n.24 (45’’ circa) e la variazione della scrittura (leggera nel n.23 massiccia nel n.24) compensano però la monotonia del Vivo seguito dal Presto. Rispetto a Chopin, poi, Scriabin non sfrutta il contrasto fra pezzo aforistico e pezzo formalmente più articolato, perché tutti i Preludi dell’op.11 sono monotematici.

Per invenzione Scriabin non è molto distante da Chopin, perché la sua invenzione musicale è alta e il dominio del suono pianistico è già completo. Ciò che gli manca è il senso del dramma cosmico che in Chopin nasce dalla geometria delle ventiquattro tonalità. Ma bisogna dire che per questo aspetto nessuno sta alla pari con Chopin.

Dal punto di vista dei Temi si nota l’influenza di Chopin, ma soprattutto le composizioni dimostrano come Scriabin subisse le influenze dei generi musicali che nascevano man mano in Europa.