con il patrocinio di Martha Argerich, Cristina Muti e Fedele Confalonieri
«RISCOPERTE»
«L’Orchestra da camera nei Compositori italiani»
PROGRAMMA
«Tra Sette – e Nove – cento»
GAETANO DONIZETTI (1797-1848) nel 175° della morte
Allegro per archi in Do maggiore
Allegro
ANDREA LUCHESI (1741-1801)
Concerto in Fa per pianoforte e archi
(revisione di Luca Bianchini e Anna Trombetta)
Allegro
Andante
Allegro
ANDREINA COSTANTINI (1955)
Eos, Suite per archi*
(*Prima esecuzione a Milano)
Adagio – Con moto – Adagio
Fluido
LORENZO PEROSI (1872-1956)
Quartetto n.9*
(trascr. per archi di Adriana Azzaretti – *Prima esecuzione a Milano)
Maestoso
Adagio
Movendo
INSUBRIA CHAMBER ORCHESTRA
L’Insubria Chamber Orchestra, denominazione rappresentativa di quel territorio transregionale e transnazionale compreso tra i grandi laghi dell’Italia nord-occidentale, nasce dall’idea di creare un gruppo di giovani strumentisti, guidati da prime parti che hanno già lavorato in prestigiose orchestre italiane, con i quali poter collaborare stabilmente al fine di realizzare quella compattezza timbrica ed esecutiva, raggiungibile solo con la continuità operativa e la condivisa visione di ricerca, utile a ottenere esecuzioni pregevoli nell’ambito di un ampio repertorio sinfonico-cameristico.
Questa genesi peculiare garantisce alla compagine una coesione non comune e un particolare stile esecutivo impreziosito dall’utilizzo di edizioni filologicamente attendibili e, ove possibile, addirittura storiche, nonché dalla presenza costante dello stesso Direttore musicale, Giorgio Rodolfo Marini, che segue in prima persona tutti i progetti delle produzioni artistiche. L’Orchestra da qualche anno è ospite del “Perosi Festival” di Tortona e della rassegna “Reviviscenze Musicali” con cui il 30 maggio 2020 è stata protagonista del primo Concerto in Italia di un’Orchestra in presenza dopo il lockdown trasmesso in diretta streaming con notevole successo di visualizzazioni; ha collaborato con solisti di fama internazionale e lavora con il supporto della “Fondazione JUPITER” che promuove eventi musicali e artistici in Italia e all’estero con specifica attenzione alla Regione Lombardia dalla quale ha recentemente ottenuto il riconoscimento ufficiale.
Violini I | Viola |
Sara Sternieri * | Giuseppe Miglioli |
Matteo Andreoli | Defne Sönmez |
Andrea Pellegrini | Mattia Tallarini |
Catalina Spataru | Letizia Ricciardi |
Lisa Pescarelli | Violoncello |
Ilze Circene | Francesco Dessy |
Violini II | Annamaria Bernadette Cristian |
Alessandra Fusaro | Kateryna Bannyk |
Tiziana Furci | Contrabbasso |
Rodolfo Girelli | Piermario Murelli |
Anna Cracco | Mario Vigilante |
Daniela Nicolò | |
* spalla |
GIORGIO RODOLFO MARINI
Diplomatosi in Direzione d’Orchestra presso il Conservatorio “Arrigo Boito” di Parma, si è formato alla scuola dei maggiori Maestri italiani e stranieri, tra cui Hans Priem Bergrath, Ferenc Nagy, Ervin Acél ed Emil Simon.
Ha diretto numerose Orchestre italiane e straniere e ha collaborato con solisti di fama internazionale quali Anna Maria Cigoli, Carlo Levi Minzi, Bruno Canino, Marco Chingari.
Più volte ospite di importanti Istituzioni concertistiche quali il “Perosi Festival” di Tortona, ha pubblicato vari CD con la IMD Music.
CARLO LEVI MINZI
Allievo di Enrica Cavallo, Vladimir Natanson, Paul Baumgartner e Mieczyslaw Horszowski, ha tenuto concerti nelle principali città di Europa e America ed effettuato numerose registrazioni radiotelevisive e discografiche.
Il suo repertorio, che si estende da Bach ai giorni nostri, comprende, oltre al ciclo integrale delle Sonate di Mozart, Beethoven, Schubert e Skrjabin, anche più di cinquanta Concerti per pianoforte e orchestra.
É stato Professore Ordinario presso il Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano e ha tenuto numerose Master class presso prestigiose Istituzioni in Europa, Asia e America.
GAETANO DONIZETTI
Allegro per archi in Do maggiore
L’Allegro in Do maggiore, non datato, concepito per Quintetto d’archi con due viole, è stato scritto da Donizetti molto probabilmente dopo la sua uscita dalla scuola di Padre Mattei di Bologna, dove si era trasferito per completare gli studi di Contrappunto e Fuga tra il 1815 e il 1817, in un periodo caratterizzato dalla composizione di numerosissimi brani di musica da camera.
Opera poco conosciuta e di recente pubblicazione, come del resto la maggior parte della sua copiosa preziosa produzione strumentale, questo Allegro è stato eseguito quest’anno al Teatro Donizetti di Bergamo per il Concerto di Capodanno, in celebrazione del 175° della morte.
ANDREA LUCHESI
Concerto in Fa per pianoforte e archi
(revisione di L. Bianchini e A. Trombetta)
Lucchesi, prima di partire per Bonn nell’autunno del 1771, scrisse almeno due Concerti per tastiera, entrambi in Fa; se li portò probabilmente con sé a Bonn, assieme a molta altra musica. Il Concerto in Fa che ascoltiamo stasera è conservato nella Biblioteca statunitense della Scuola di musica dell’Università di Louisville. Il manoscritto, che appartenne alla collezione della Famiglia Ricasoli, è molto probabilmente incompleto. I suoi Concerti erano particolarmente apprezzati e ricercati. Ancora nel 1782 Christian Gottlob Neefe, organista di Bonn e compositore, parlava di Concerti per tastiera del suo Maestro di Cappella Andrea Lucchesi. Era musica manoscritta, che evidentemente è andata perduta, ma che ha fatto scuola, a Mozart prima e a Beethoven poi, che trascorse i suoi primi anni sotto la guida di Lucchesi.
Il compositore Luchesi dovette sembrare rivoluzionario per quei tempi. Questo suo Concerto in Fa è in tre movimenti. Il solista è segnato con “solo” ogni volta che s’alterna con l’orchestra. Nel manoscritto si notano gli interventi dello strumento a tastiera con il caratteristico movimento del basso. Il primo tempo del Concerto in Fa di Lucchesi è all’inizio solenne, ma presto muta il suo carattere, diventando drammatico, specie nello sviluppo breve e già preromantico. Il secondo tema è invece assai cantabile, molto struggente e s’affida all’alternanza della melodia cristallina del solista con l’orchestra. Il pianoforte è marcato dalla parola “solo”, per ben distinguere le sezioni molto varie, contraddistinte a metà da un episodio malinconico. I segni dinamici sono molto curati, come è caratteristico in Lucchesi, il quale sa usare a meraviglia tutti i colori timbrici della sua tavolozza orchestrale. Il finale bipartito è una pagina brillante che dà modo al solista di mostrare tutto il suo virtuosismo negli arpeggi, nelle scalette rapide e nella ritmica molto marcata. Questo nuovo modo di concepire il concerto solistico servirà da spunto prezioso e da modello per gli altri compositori.
(Luca Bianchini, Anna Trombetta)
LORENZO PEROSI
Quartetto n. 9 (trascr. per archi di Adriana Azzaretti – prima esecuzione)
La composizione dei Quartetti di Lorenzo Perosi si inserisce negli anni tra il 1928 e il 1931, periodo in cui il musicista si dedica esclusivamente alla produzione di musica da camera. Questa trascrizione fa parte di un’operazione di valorizzazione e divulgazione del patrimonio compositivo di Perosi e si propone di sfruttare le splendide potenzialità di una formazione come l’orchestra d’archi, per cui il compositore non ci ha lasciato composizioni originali. Una trascrizione per questo organico permette di ampliare la gamma sonora, ottenere maggiori effetti timbrici ed espressivi attraverso l’aggiunta di nuove parti e, con l’uso dei contrabbassi, dare sostegno e aumentare lo spessore del suono.
In tale ampliamento di parti si deve tuttavia affrontare anche una sorta di traduzione delle difficoltà presenti nei passaggi tecnici. Passaggi che, anche se ardui, rimangono comunque comprensibili se affidati a un solo esecutore, potrebbero perdere completamente di chiarezza quando siano eseguiti da un gruppo di strumentisti. Ciascuna voce deve essere messa in rilievo con una propria specificità, anche se inserita in un contesto più ampio e tutte le voci devono trovare un nuovo equilibrio d’insieme, in modo che, pur con il vantaggio offerto da un maggior numero di esecutori, non vada persa l’ispirazione della scrittura originaria. Per questa formazione sono già state eseguite, dall’Insubria Chamber Orchestra, mie trascrizioni dei Quartetti d’archi n.2 e n.12.
(Adriana Azzaretti)
ANDREINA COSTANTINI
Eos, Suite per archi (prima esecuzione assoluta)
Il brano è un lavoro in più movimenti che si ispira all’ aurora e ai suoi colori, giocato sul contrasto tra tonalità tenui e colori sempre più accesi e definiti.
Ho cercato di rendere tutto questo in musica, utilizzando i contrasti timbrici e dinamici e giocando su luci e ombre, figure indefinite che via via prendono forma e contrasti cromatici e ritmici. (Andreina Costantini)